Vasari a 500 anni dalla nascita
diGABRIELE SIMONGINI Chi ha mitizzato il primato del Rinascimento toscano e della sua «bella maniera moderna» fondata soprattutto sull'eccellenza del disegno? E chi ha inventato la critica d'arte a sfondo biografico? E chi ha progettato l'edificio che ora ospita uno dei musei più famosi del mondo, gli Uffizi di Firenze? La risposta è sorprendente visto che si racchiude in un solo nome: Giorgio Vasari, pittore, architetto, autore delle celebri «Vite», conteso maestro di apparati effimeri, di cui sabato 30 luglio ricorre il cinquecentenario della nascita, avvenuta ad Arezzo nel 1511. La prima mostra che lo celebra si è aperta da poco agli Uffizi di Firenze con il titolo «Vasari, gli Uffizi e il Duca»: è eccezionale soprattutto perché il suo contenitore, ovvero lo strepitoso edificio che ospita il grande museo, è anche il contenuto stesso dell'esposizione, visto che è l'assoluto capolavoro architettonico del versatile e pragmatico Vasari. E il nome di Uffizi deriva dal fatto che originariamente il palazzo fu destinato ad ospitare gli uffici amministrativi del Granduca Cosimo I. Ma il clou delle celebrazioni si avrà a partire dal 3 settembre nella città natale di Vasari, Arezzo, a cui l'artista restò sempre fortemente legato considerandola anche il «nido» in cui rifugiarsi nei periodi di difficoltà e crisi. Nella Basilica inferiore di San Francesco si aprirà infatti una mostra ricca di eccezionali capolavori e fondata proprio sul Vasari storiografo e biografo: «In realtà è stato lui a generare il nostro gusto - spiega la curatrice dell'evento, Paola Refice - Le cose che ci piacciono adesso e soprattutto le cose che sono in primo piano nel mondo dell'arte sono scelte e studiate con uno spirito ancora influenzato dai giudizi che ha dato il Vasari». In pratica è una mostra che ha l'ambizione di esporre gli artisti che avrebbe scelto Vasari come «curatore» presentando addirittura, quando possibile, proprio le stesse opere di cui lui ha parlato nei suoi scritti. Ecco allora un entusiasmante percorso disseminato dai capolavori di Cimabue, Giotto, Duccio di Buoninsegna, Masaccio, Donatello, Piero della Francesca, Filippo Lippi, Beato Angelico, Botticelli, Leonardo fino al sommo Michelangelo, colui che per Vasari rappresentava il culmine insuperabile del genio artistico. Nel complesso andranno in scena una sessantina di opere, allestite quasi come in un gioco per far scoprire il Rinascimento, a partire dalle guide sull'iPod che faranno parlare il Vasari. Sempre il 3 settembre ad Arezzo, nelle sale della Galleria Comunale d'Arte Contemporanea, si aprirà la mostra «Giorgio Vasari. Disegnatore e Pittore. Istudio, diligenza et amorevole fatica». Ne sarà protagonista la sua evoluzione stilistica tanto nel disegno quanto nella pittura. Si scoprirà il Vasari più intimo, il disegnatore virtuoso ma anche il pittore encomiastico e l'autore di opere di devozione privata. E attraversando la sua versatile e multiforme produzione saranno svelati anche i segreti del suo ruolo di imprenditore preciso ed organizzato, capace di imprese da altri considerate impossibili e dedito quasi per hobby anche al collezionismo ed alla storiografia. Senza dimenticare il suo ruolo di orgoglioso cittadino aretino impegnato nella realizzazione di stendardi e gonfaloni, nella progettazione urbanistica per la sua città ma anche nella decorazione della propria abitazione, incentrata sulla celebrazione delle virtù dell'artista.