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Gli angeli di Lucifero nel monastero

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diNATALIA POGGI Nel cuore dell'Abruzzo ferito dal terribile sisma del 2009 c'è uno spicchio incontaminato di puro medioevo, un luogo magico ancorato a una roccia e incastonato in un panorama dominato da cime aspre, altere e per molti mesi innevate. È il monastero di Santo Spirito ad Ocre, appena fuori Fossa, un gioiello dell'architettura cistercense della Valle dell'Aterno inserito in un contesto di strade millenarie ricche di testimonianze storiche e religiose: resti di fortezze, monasteri e antichi borghi medievali testimoni del passaggio di Sabini, Romani, Longobardi, imperatori, ordini cavallereschi e uomini vissuti in odor di santità. La prima chiesetta sulla rupe fu fondata dal Beato Placido di Roio nel 1222 su un terreno donatogli dal conte Bernardo d'Ocre, cistercense-templare fedele all'imperatore Federico II di Svevia. Grazie allo svevo cominciarono ad arrivare i monaci cistercensi, considerati i capostipiti dei Cavalieri Templari. Il monastero di Santo Spirito, che oggi, dopo un accurato restauro finanziato anche con fondi europei, è diventato un centro culturale e turistico dove trascorrere week end romantici e suggestivi immersi nel silenzio e in una struttura che ha conservato tutto il suo misticismo e spiritualità, è edificato secondo il classico modello urbanistico e razionale dei cistercensi. Occupa un'area rettangolare con alte mura perimetrali, che lo isolano dall'esterno. Lungo i lati del chiostro centrale c'è la chiesa, il refettorio, il dormitorio e la sala capitolare. Le stanze del bed and breakfast sono al piano superiore. Anche se non si può pernottare, il monastero merita una visita comunque. Purtroppo la chiesa, a una sola navata, ha subito danni dal terremoto ed è inagibile. All'interno sono conservati affreschi di modesti artisti gotici e rinascimentali. E svariate incisioni di croci rosse templari inscritte in un cerchio perfetto. Perfino un'effigie (più intuibile che reale) di un presunto Bafometto (con tanto di barbetta, corna e ali) che accresce l'atmosfera di mistero perché qui passarono i Templari d'Abruzzo. Agosto è il mese ideale per venire da queste parti anche perché sarà teatro in tre serate speciali, del Festival internazionale di musica «Le Pietre che Cantano» edizione dodicesima. Luisa Prayer, pianista di fama internazionale e direttrice del festival, ha un rapporto affettivo e speciale con Santo Spirito. «Abbiamo cominciato nel 2000 proprio da qui - spiega la Prayer - ed è a tutti gli effetti il nostro centro ufficiale. Il monastero fu davvero centrale per la geografia e l'economia di questa parte dell'Abruzzo. Fu anche un luogo strategico per l'attività culturale. Nel nostro piccolo anche noi abbiamo contribuito ad attirare l'attenzione di una vasta area sull'importante monumento. L'elemento predominante è il silenzio, ecco perché è il luogo ideale per un musicista. Infatti è adatto all'ascolto della musica. Inoltre la chiesa del monastero è stata inserita tra i beni il cui recupero è primario. Ha subito danni perché l'originario tetto in legno era stato sostituito in un vecchio restauro da una volta» Cosa proponete quest'anno qui? «Uno spettacolo inaugurale, il 2 agosto, per la prima volta all'esterno a ridosso del muro perimetrale a valle dove c'è un ampio spazio naturale. Si esibirà il Quartetto di Cremona (ore 21.30) insieme al compositore Michelangelo Lupone con un concerto musicale e tecnologico spettacolare. Con brani per quartetto e musica elettronica: sarà eseguito "Black Angels" elettrificato, dell'americano George Crumb, un apocalittico affresco sonoro sulla lotta tra le forze angeliche del bene e quelle del male potenziato dagli Olofoni di Lupone, proiettori luminosi di suono di sofisticata tecnologia». E poi? «L'8 agosto una serata dedicata al bicentenario della nascita di Franz Liszt con una conversazione «Années de Pèlerinage - musicisti in viaggio con Michele Campanella. E il 16 agosto un recital del pianista Maurizio Baglini. L'1 e 2 ottobre, per l'inaugurazione del Museo comunale archeologico al S. Spirito, il festival organizzerà un convegno sul tema "Missing/Disperso" per il recupero nella quotidianeità del rapporto degli abruzzesi con gli elementi distintivi del proprio paesaggio. Non bisogna rassegnarsi ai Map».

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