Ficarra & Picone: «La vita? È solo questione di cuore»
diDINA D'ISA Che ci fanno due siciliani, per giunta nelle vesti di due scalcinate guide turistiche, in una città austera come Torino? Bloccano il traffico e portano un po' di risate tra la gente: lui, Salvo Ficarra, con la tipica espressione da furbetto italiano e l'altro, Valentino Picone, con la faccia ingenua del bravo ragazzo, sono di nuovo in pista. Un ingorgo paralizza il pieno centro torinese, tra gente isterica e clacson assordanti: tutto a causa di un pulmino giallo anni '70 parcheggiato in mezzo alla strada. Un vigile apostrofa uno dei due conducenti: «Non vedete che siete voi a bloccare il traffico?». «Ma ho forse la faccia del responsabile? Andate a lavorare voi che siete l'Italia peggiore», urla inferocito Ficarra, mentre arriva Picone con un mazzo di rose in mano. Questa una delle scene sul set torinese di «Anche se è amore non si vede», commedia dei due comici siciliani che si autodirigono. A dieci anni di distanza da «Nati stanchi» (loro esordio da attori sul grande schermo), la coppia di «Zelig» e «Striscia la notizia» triplica così la sua esperienza da registi (dopo «Il 7 e l'8» e «La matassa»). Il film, prodotto da Attilio De razza per Medusa, in associazione con Fip Piemonte e il sostegno della Film Commission Torino, sarà nelle sale dal 25 novembre «con un'uscita importante in termine di copie» assicura l'ad di Medusa Giampaolo Letta. La storia, ancora una volta, esaspera le differenze caratteriali dei protagonisti in una divertente commedia degli equivoci. «Scaturiti tutti in nome dell'amore, che c'è ma non si vede, come recita il titolo che abbiamo messo a punto dopo un anno di ricerche e marce indietro - racconta Ficarra, il più loquace dei due tanto da zittire (come al solito) il dolce Valentino - È la prima volta che giriamo fuori dalla Sicilia ed è stata un'esperienza straordinaria. Ci siamo innamorati di questa città molto vivace: chissà, forse sarà per i 150 anni dell'Unità d'Italia, ma alla fine Torino ci sembra la città più europea tra tutte quelle italiane». «C'è una cosa però che non abbiamo ancora capito - scherza Picone strappando finalmente la parola al suo collega - Dove si trovano i torinesi? Qui incontriamo sempre gente di paesi diversi, romani, campani, pugliesi, ma del torinese doc nemmeno l'ombra. Intanto qui sul set abbiamo altro da fare che pensare a questo. Io, per esempio, sono il fidanzato storico di Gisella (Ambra Angiolini) e la amo in modo totalizzante e anche morboso, come tutti gli uomini sono persino un po' oppressivo. Nel film, io e Salvo e abbiamo una piccola società turistica e insieme portiamo in giro i turisti per Torino con un piccolo bus restaurato, quasi un pezzo da museo. Ma la guida vera dovrebbe essere Natasha (Sascha Zacharias)». «Sì, ma Natasha guarda caso è svedese, non sa la lingua italiana, quindi è del tutto inadatta per il ruolo - s'intromette Ficarra - Ma, basta guardarla, per sapere il motivo per cui io l'ho scelta». Nella commedia degli equivoci, Salvo vorrebbe che Valentino si distraesse con le altre donne, visto che la sua relazione è ormai giunta al capolinea. Valentino, invece, spera che il suo socio, frivolo, mondano e donnaiolo, metta la testa a posto e si trovi una compagna fissa. Ecco che d'improvviso arriva dall'America un'amica di vecchia data (Diane Fleri) tanto per scombinare ancora di più i sentimenti dei due amici. «Nel film ci chiamiamo con i nostri nomi reali, Salvo e Valentino. Non succedeva da "Nati stanchi" ed è stato come tornare alle origini, si siamo sentiti molto più liberi d'improvvisare sul set. Stavolta, non c'è alcun riferimento all'attualità - concludono in coro i due attori - Le storie funzionano sempre quando sono universali».