Littizzetto: «Io rimango in Rai»
Asvelarlo, con un candore quasi adolescenziale, Luciana Littizzetto ospite ieri della seconda giornata del Giffoni Experience. «La7 - aggiunge - è sicuramente un mezzo potentissimo in espansione dove si sperimenta più che in Rai o a Mediaset, un domani potrei anche andarci, ma per ora so con certezza che voglio rimanere in Rai. Non ho ancora firmato perché lì sono sempre un po' lenti, sai, per cercare la biro occorre tempo, ma credo non ci siano problemi. Per me, comunque, la Rai rappresenta il posto della gente normale. Le persone comuni, infatti, ancora non sono abituate a schiacciare 7 sui tasti del telecomando». Tornando, poi, all'elogio della normalità, spiega che «sarebbe bello che anche sul grande schermo si vedessero facce vere e non solo quei fighi con le facce da cinema». Sui prossimi impegni annuncia: «A settembre farò un film con la regia di Lucio Pellegrini, tratto dal romanzo di Nick Hornby» "È nata una star", ma la star - assicura - non sarò io. In tv, invece, me la canto e me la suono da sola e a volte mi prendo anche qualche querela, ma fa parte del gioco. Non è vero che non c'è libertà in tv, bisogna solo avere il coraggio e la sfacciataggine di dirla». Sulla tv pensa che «è meglio che non dica dove sta andando. Il vero problema sono i soldi che mancano, non le persone competenti che invece ci sono. La cultura non può essere considerata una cosa marginale». Del Giffoni Experience è rimasta «incantata dalla magia che si respira» e, ai giovani giurati della sezione Masterclass che ha incontrato nel pomeriggio, la Littizzetto si è sentita solo di dire che «non esiste un vero modello da seguire. E, se qualcuna vorrà passare la vita a sculettare su un tavolo, va bene, vuol dire che quella è la sua aspirazione». Sui suoi modelli, invece, l'artista torinese un nome, su tutti, lo fa: «Ammiro Franca Valeri, con la quale a breve lavoreremo ad un progetto per Einaudi». La Littizzetto, arrivata a Giffoni Valle Piana per assistere all'anteprima nazionale di «Harry Potter e i doni della morte. Parte 2», ha rivelato di aver assistito alla proiezione «per i miei figli, ma del film non ha capito molto, nonostante sia stata un'opera pazzesca». E sul ministro della Pubblica Amministrazione, oltre a complimentarsi per «la gnocca di moglie», dice «è anche capace di fare il suo lavoro, ma la metodica è sbagliata. Abbiamo, in Italia, anche alcuni bravi politici che però hanno troppa sicumera». Sui tempi di oggi conclude così: «Siamo arrivati con l'acqua alla gola e finalmente se ne sono accorti».