di ANDREA GAGLIARDUCCI «Dove, se non ad Aquino?».
Cosìfestosi che il Papa non aveva letto il discorso ufficiale, che poi verrà pubblicato sull'Osservatore Romano, ma aveva messo da parte i fogli e parlato a braccio. Un testo emozionante, un audio che fino a oggi era rimasto negli archivi di Radio Vaticana. E che oggi, grazie al Circolo San Tommaso d'Aquino, ritrovano la luce in un dvd - co-edito con la Libreria Editrice Vaticana, arricchito dalle foto dell'epoca e da tre interviste realizzate appositamente per la pubblicazione. «Trovandomi nella sede di Radio Vaticana - racconta Tommaso Di Ruzza, presidente del Circolo San Tommaso d'Aquino - provai a chiedere se esistesse una registrazione del discorso di Paolo VI ad Aquino. Passarono pochi giorni quando ebbi notizia che l'archivio sonoro era in possesso della traccia audio. Fu un dono in un duplice senso: tornava alla luce il discorso di Paolo VI, e non solo, ma il discorso pronunciato era molto più esteso rispetto al testo ufficiale». È il 14 settembre 1974. Non è una giornata come tutte le altre, per la cittadina di Aquino. Sta per arrivare Papa Paolo VI. Il quale - nel settimo centenario del dies natalis di Tommaso d'Aquino - ha voluto recarsi in visita presso i luoghi aquinati. Un pellegrinaggio di un giorno, che lo vede toccare Fossanova, Aquino e Roccasecca. Un pellegrinaggio che è destinato a toccare il cuore del Papa. Paolo VI arriva con l'elicottero presso l'aeroporto di Aquino. Don Luigi Casatelli, oggi arciprete di Pontecorvo era presente alla visita di Paolo VI. Fu lui, insieme al vescovo Minchiatti, a guidare l'allora mons. Noè - oggi cardinale - cerimoniere di Paolo VI per il sopralluogo ad Aquino. «In quel tempo - racconta - era la Fabbrica di San Pietro ad occuparsi di tutto, dalla costruzione dell'altare per la Messa alla disposizione degli spazi. Così, io e Minchiatti aspettammo l'arrivo di Noè di fronte al casello autostradale di Pontecorvo, e poi lo portammo ad Aquino». Il Papa, sceso dall'elicottero, si ritrova improvvisamente come sovrastato da quell'amore popolare. «Ciò che sorprese il Papa, e sorprese anche me - racconta Walter Senner, domenicano, preside della Facoltà Teologica Tommaso d'Aquino presso l'Angelicum - fu il calore delle persone, l'accoglienza popolare. Così mise da parte i fogli del discorso che aveva preparato, e parlò a braccio, con emozione». Paolo VI iniziò: «Io vorrei avere, non un minuto, ma un'ora per parlare a voi, perché arrivo in un mondo di meraviglie, e la prima meraviglia siete voi che mi accogliete così! Pensavo, di arrivare ad Aquino quasi sconosciuto, di passare come un pellegrino fuggitivo e di non incontrare nessuno, salvo il Vescovo e i sacerdoti che assistono questa Basilica. Senza avere la sorpresa di avere questa immediata visione di una popolazione così numerosa, così buona e così accogliente. Questa è la prima e la più grande sorpresa e quello che mi colma di felicità, per questa vostra accoglienza!». E via, un discorso in crescendo, in cui sottolinea il fermento del territorio dopo la guerra, l'operosità degli abitanti del territorio, i cambiamenti venuti dall'industrializzazione, fino al passaggio più intenso, nel quale Paolo VI si rivolge direttamente agli Aquinati. «Dove, se non ad Aquino, lo studio della nostra religione, anche nella forma elementare e popolare con cui lo presentiamo, ma forma necessaria e sapiente, dove deve essere tenuto in onore, e deve essere compiuto da tutti con particolare impegno? Se non siete fedeli voi, agli insegnamenti e all'eredità di sapienza, di studio e di comprensione della Rivelazione di Dio di cui il maestro Tommaso è stato testimone e diffusore, chi lo deve essere? Se non siete voi i primi discepoli di San Tommaso d'Aquino, gli altri, che possono dire?». È un appello a ricostruire la cultura della Chiesa a partire dalle radici, dallo studio vero e profondo della cristianità. È un appello per tutti. «La nostra - spiega Tommaso Di Ruzza, presidente del Circolo San Tommaso d'Aquino Onlus - non vuole essere un'operazione di archeologia. Restituire alla luce le parole e le immagini di quella giornata di Paolo VI ad Aquino è per noi il segno di un'eredità che non si è mai spenta. Ci rivolgiamo soprattutto ai giovani, alle nuove generazioni, certi che le parole di Paolo VI e il senso di quella visita siano attualissimi ancora oggi». Un'eredità raccolta dal Circolo San Tommaso d'Aquino, nato due anni fa proprio sulla spinta delle parole di Papa Montini. Parole che finalmente hanno potuto vedere la luce.