di ANTONIO ANGELI «Noi non siamo soli» potrebbe essere il motto del Novecento e quello del Terzo millennio: «Scopriamo chi vive nell'Universo vicino a noi».
Ein questa ricerca gli italiani sono in prima linea. Sta per nascere un satellite, tutto tricolore, attrezzato con 34 «occhi» in grado di scandagliare contemporaneamente molti pianeti esterni al Sistema Solare. L'obiettivo è individuare quelli più simili alla Terra. Questo innovativo progetto attende l'ok finanziario dell'Agenzia Spaziale Europea per diventare il primo «super-cacciatore di pianeti» della nostra Galassia. «Plato» (acronimo di Planetary Transits and Stellar Oscillations), com'è stato battezzato il satellite, è nato nel dipartimento di Astronomia dell'Università di Padova in collaborazione con gli osservatori astronomici di Padova, Brera e Catania, tutti dell'Istituto Nazionale di Astrofisica, l'ateneo di Berna e l'Agenzia spaziale francese. In questi giorni il gruppo di ricerca padovano ha portato a termine il primo dei 34 telescopi che compongono il satellite e che, una volta raggiunta l'orbita assegnata, scatteranno ogni 30 secondi un'istantanea per cercare di scoprire il primo pianeta abitabile simile al nostro. Una volta lanciato, infatti, sorveglierà continuamente un milione di stelle per sei anni e fra queste individuerà mondi alieni che per dimensioni, composizione e temperatura possano permettere lo sviluppo della vita, in modo poi di potere concentrare su questi l'osservazione dei tanti telescopi spaziali e di terra. Si tratterà di «pianeti proibiti», probabilmente irraggiungibili con i mezzi attualmente a disposizione. Ma l'importante per gli scienziati è acquisire dati e conoscenza. A breve la decisione dell'Esa sul finanziamento finale della missione di Plato. Erano una cinquantina le proposte inviate all'Agenzia Spaziale Europea, che 4 anni fa aveva richiesto idee per nuovi progetti ai ricercatori di tutta Europa. Plato ha rovesciato la logica finora usata. Invece di un unico telescopio, anche grande e potente, ma molto limitato come visuale, Plato punta tutto su un disegno rivoluzionario: un satellite dotato di tanti telescopi «piccoli» che però vedono molto cielo tutto in una volta, aumentando così al massimo la possibilità di trovare interessanti pianeti extrasolari. Nella gara per il finanziamento Plato ha già superato diversi esami ed è stato inserito in una lista ristretta e finale di tre satelliti tra i quali l'Esa sceglierà, ai primi di ottobre, i due da finanziare, terminare di costruire e lanciare in orbita.