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Eroi senza tempo

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diDINA D'ISA Tempi duri per Arnold Schwarzenegger. Dopo aver concluso la propria carriera politica di governatore della California e dopo essere diventato un cartone animato («The Governor»), la notizia che lo ha visto protagonista è stata quella della scoperta di un figlio illegittimo di 13 anni, avuto dalla collaboratrice domestica Mildred Baena. La moglie Maria Shriver, ovviamente ferita da questo tradimento, aveva annunciato pubblicamente di volere il divorzio. Secondo le leggi della California, i guadagni accumulati dalla coppia durante il loro matrimonio di 25 anni dovrebbero essere divisi a metà. Si tratterebbe di un gruzzolo complessivo di circa 400 milioni di dollari, di cui 300 milioni prodotti dall'attore. E come se non bastasse, Schwarzy si vede ora «soffiare» il ruolo che lo trasformò da body builder a divo hollywoodiano. È infatti ormai confronto aperto tra i due «Conan il barbaro», ovvero quello originale del 1982 diretto da John Milius e che lanciò nel firmamento del cinema Arnold Schwarzenegger (fino ad allora solo ammiratissimo Mister Universo), e il remake in 3D che arriverà il 18 agosto (un giorno prima rispetto agli Usa) con Jason Momoa nei panni muscolari di Schwarzy. E per ora, i pochi minuti del trailer del regista Marcus Nispel, messi perversamente a confronto con il promo dell'originale, non sono affatto piaciuti ai nostalgici. I motivi non mancano sono molti. Su tutto la vecchia regola secondo cui i classici non andrebbero mai toccati. Ma intanto a raccogliere consensi c'è Jason Momoa - nato a Honolulu (Hawaii) nel 1979 prima modello e poi nel ruolo di Jason Ioane in Baywatch - è forse troppo bello e fighetto per un barbaro doc. E poi, a vantaggio degli irriducibili fan del classico degli anni Ottanta, il fatto che il personaggio letterario inventato dallo scrittore Robert Ervin Howard in realtà non possa essere davvero confrontato con l'originale in quanto il film è di fatto del tutto inedito e il trailer, alla fine, mostra poco. C'è invece chi dice che il rifacimento della saga cinematografica di Conan potrebbe questa volta essere anche meglio di quella del 1982 perchè più vicino a quello creato dalla penna di Robert E. Howard nato nel 1906 a Peaster (Texas). Introverso, Howard inizia a leggere quei racconti d'avventura tanto diversi dalla sua vita di ragazzo in preda alle angherie dei coetanei a scuola. Comunque, in una sommaria messa a confronto dei trailer, le differenze non sono poi così tante. Tanta esibizione muscolare con tanto di mega spada da parte sia di Arnold Schwarzenegger che di Jason Momoa e poi tanti campi di battaglia, sangue, figure mitologiche e mostri nell'uno e come nell'altro film. Tra le differenze più evidenti del prossimo «Conan il Barbaro 3d» quello ovviamente che il film si avvale, oltre che della tridimensionalità, di effetti speciali digitali di ultimissima generazione. L'ultimo Conan risente anche del filone mistico che ha attraversato i fantasy-movie hollywoodiani degli ultimi venti anni. Ci ritroviamo comunque in un'epoca lontana. Dopo la scomparsa di Atlantide e dodici millenni prima della nascita di Cristo, in piena era Hyboriana, l'esercito dei Vanir, alla ricerca del segreto per fabbricare l'acciaio attacca e distrugge il piccolo villaggio dei Cimmeri. Tutti sono uccisi ad eccezione di pochi bambini, tra i quali il piccolo Conan. Il ragazzo decide così di vendicare il massacro della sua famiglia con tutta la ragione dei suoi muscoli e del suo coraggio. Due le donne del film: la sensuale Rose McGowan sarà una strega mentre Rachel Nichols lascerà intravedere le curve sotto la tunica d'una monaca guerriera. Ma l'attaccamento dei vecchi eroi hollywoodiani a rifare se stessi è da tempo un'abitudine maniacale. Basterebbe pensare a Sylvester Stallone che, dopo aver consacrato l'immortalità degli eroi del cinema fra umorismo ruvido e violenza concitata ne «I mercenari», tra smentite e conferme, potrebbe tornare di nuovo nei panni di «Rambo 5». Mentre Mickey Rourke non si è tirato indietro nel mostrare i suoi muscoli alla tenera età di 56 anni in «The Wrestler» di Aronofsky, film di che vinse la Mostra di Venezia nel 2008. Tra le vecchie star, De Niro sembra - almeno per ora - distinguersi dal gruppo. Non rifà più i suoi mitici personaggi, da «Taxi Driver» a «Cape Fear Il promontorio della paura» di J. L. Thompson, dove il «padrino» vestiva i panni di Max Cady, ex carcerato super tatuato che tormentava la vita tranquilla del suo avvocato colpevole di non averlo difeso a dovere. Bob nei film di oggi interpreta invece se stesso, un anziano signore che non perde il gusto per l'ironia e il sorriso.

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