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Gobekli Tepe nel cuore della preistoria

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Laciviltà inizia allorché gli uomini, pietosi e solidali, cominciano a seppellire i loro morti. È allora che nacquero i templi come spazi "delimitati" e "consacrati"? Ma questo "allora" quando si colloca? E ancora: sono templi databili a 7000 anni prima delle Piramidi quelli del sito archeologico di Göbekli Tepe, nella Turchia Orientale? Ma il concetto di tempio presuppone l'esistenza di un edificio almeno in parte coperto. Non ci troviamo qui, piuttosto, in presenza di distretti santuariali privi di mura e, per così dire, a cielo aperto? Attraverso un viaggio tra siti archeologici particolarmente significativi- che vale anche ad illuminare concetti tecnici di ardua decifrazione- l'archeologo Klaus Schmidt in «Costruirono i primi templi» (OLTRE edizioni, pp. 271, euro 24,50), individua in Göbekli Tepe il primo complesso templare dell'umanità. Quello spazio sacro dove si incontravano gli uomini degli insediamenti che andavano nascendo nella regione era il santuario centrale di una comunità di culto. Quella che i Greci chiamavano "amfizionia", assegnando ad essa anche compiti di tipo militare e sociale. Ovvio, dunque, che sacro e profano si intrecciassero. Lo scambio e la collaborazione, infatti, significavano anche sviluppo di tecniche di caccia "più efficienti e funzionanti su territori più ampi, che già si configurano come i tratti di una gestione territoriale in grande stile" e tale da favorire l'inizio di attività agricole su grandi estensioni. Ancora: lo scambio comprendeva "valori ideali" e favoriva l'utilizzazione di un sistema di simboli (segni, combinazione di segni, rappresentazioni animalistiche) a tutti accessibile. Che cosa ci raccontano questi "geroglifici neolitici"? Qual è il significato dei colossali pilastri a T disposti a cerchio ed istoriati con straordinari bassorilievi naturalistici? Certo è che nel sito di Göbekli Tepe, 7000 anni prima delle piramidi egizie e dell'innalzamento del primo megalite di Stonehenge, la storia dell'uomo evoca impervi itinerari dal lontano e dal profondo, riti ancestrali di "fondazione", avventure/eventi che chiamano a cimento il corpo e lo spirito. E le parole corrono di pietra in pietra, con figure di uccelli, leoni, cani, serpenti, scorpioni, uomini che, insieme ai segni astratti, trasmettono le suggestioni di un alfabeto primordiale ancora da decifrare.

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