Alla luce probabile catacomba cristiana
«Questoposticino da brivido - spiega Marcello Polastri, scopritore della catacomba, giornalista e presidente del Gruppo Cavità Cagliaritane insieme ad una troupe televisiva, che stava effettuando riprese nel sottosuolo del quartiere di Castello - che per certi aspetti assomiglia di una cattedrale arcaica, riposa da millenni a trenta metri di profondità sotto le trafficate strade del Castello di Cagliari». Sono centinaia gli scheletri umani avvistati dagli speleologi, diversi cumuli di ossa umane alti diversi metri che giacciono sottoterra tra cocci antichi, croci e resti di bare. Marcello Polastri e Luigi Bavagnoli, rispettivamente presidente del Gruppo cavità cagliaritane e del Gruppo Teses di Vercelli, alla vista della cavità sono rimasti di stucco. Ma «è bene non rendere nota l'esatta ubicazione per il timore di manomissioni» afferma Marcello Polastri, il primo che ha intuito l'importanza della scoperta e che ha sospeso temporaneamente l'esplorazione per i successivi accertamenti. L'accesso all'antica grotta, «una sorta di eremo rupestre - continua Polastri - era occultato dietro una intercapedine, tra un muro del vecchio ospedale di guerra e la parete rocciosa della grotta che lo ha ospitato, a partire dal 1940. Sul finire del 1980 in questa zona venne scoperto un ossario, ma questo riportato alla luce l'altra sera non è un semplice deposito di ossa, bensì una sorta di catacomba labirintica e per un tratto allagata, infatti abbiamo proceduto con le mute nelle parti più profonde e all'apparenza pericolose».