Tutto per amore

diSARINA BIRAGHI Una donna, una svolta, di quelle che tagliano in due l'esistenza, e in fondo all'anima la speranza che i giorni che poi arriveranno, fragili, contati o numerosi, andranno tenuti stretti. E vissuti non in solitudine ma con chi ti ama. Una donna che organizza nei minimi dettagli la sua fuga, il cui motivo va ricercato in «un pomeriggio tetro, grigio acciaio» di dieci anni prima, con il desiderio che il suo uomo la ritrovi. Julia Seymour, in fuga dalla famiglia, dalla sua patria, dal suo presente e da se stessa è la protagonista di «Tutto per amore» (Guanda, pag. 358) di Catherine Dunne la scrittrice irlandese che in Italia deve molta della sua fama alla citazione del suo primo romanzo, «La metà di niente» (doloroso diario di una moglie abbandonata all'improvviso dal marito) da parte di Veronica Berlusconi nella famosa lettera a Repubblica. «Missing Julia» è il titolo originale del romanzo che sfrutta un gioco di parole intraducibili: il participio presente missing, infatti, può riferirsi a chi sente la mancanza di Julia oppure a Julia che è scomparsa. La Dunne sa bene come parlare alle donne e come parlare delle donne e anche stavolta usa i temi prediletti: amore, passione, amicizia e complicità femminile, oltre ad uno di stretta attualità capace di scuotere le coscienze di ognuno, l'eutanasia, problema complesso e delicato, molto doloroso per chi l'ha vissuto e cerca in qualche modo, il riscatto e la risposta alle tante domande poste. Protagoniste, insieme a Julia, molte altre donne con l'eccezione di William, il compagno, che ha un ruolo così importante da avere dei capitoli per sé, alternati a quelli intitolati a lei, per raccontare una sola storia vissuta da due diversi punti di vista: Julia è colei che compie delle scelte, William la segue, cercando di capire, per amore. Perché anche se la dottoressa Seymour ha superato i 50 anni, le è successo quello che credeva impossibile: innamorarsi di nuovo. Ed è questo il forte messaggio dell'autrice ai lettori: i corpi possono invecchiare ma non le emozioni, perché con l'età non diminuisce il bisogno di relazionarci né la voglia di correre qualche rischio emotivo per avere una vita interiore più ricca. In una fredda mattina di ottobre nella Dublino del 2009 Julia, medico in pensione, vedova, una figlia sposata e due adorati nipotini, onesta e poco incline ai compromessi, lascia una casa svuotata, dopo aver preso un ridottissimo bagaglio e una decisione irrevocabile. Va via dall'Irlanda e approfittando della complicità delle sue amiche storiche, attraverso Londra arriverà nell'affascinante India, paese misterioso, ricco di ambivalenze e contrasti che sembrano adattarsi perfettamente a lei. Julia vuole sparire ma solo per difendere la sua famiglia da una scelta personale e drammatica perché, spesso, famiglia e individuo non coincidono. Il suo compagno, William, scrittore di romanzi gialli, che da giorni ha un anello in tasca con cui chiederle di sposarlo, vede la sua vita frantumarsi e tra mille dubbi e interrogativi, ha una sola certezza: ritrovarla. Anche perché lei ha lasciato una traccia: la regina bianca posizionata su un riquadro nero della scacchiera. È l'indizio che qualcosa ha fatto vacillare Julia, l'ha fatta sentire fuori posto nella sua stessa vita. È l'indizio-invito a cercarla. E così partono le indagini dilettantesche di William, che di volta in volta, scoprirà circostanze della vita e della personalità di Julia a lui sconosciute. Un duplice viaggio quindi, uno nello spazio alla ricerca della donna amata e l'altro nel tempo, tentando di ricostruire il passato di Julia, tosta e fragile nel contempo, razionale e nevrotica, che sembra scappare da una scelta antica e dolorosa, ma molto sensata molto più di quanto appare. Fatta per amore, solo per amore. E se con straordinaria capacità la Dunne spiega la complicità femminile, il ritrovarsi tra amiche dopo anni come se ci si fosse lasciate il giorno prima, le parole non dette ma capite ugualmente, un mondo femminile che gira intorno al mondo, solido e compatto, unito e punto fermo, con la stessa semplicità l'autrice irlandese ci spiega che nessuna vita è normale, che basta scavare un po' e trovare particolarità, segreti, sentimenti profondi. Perché la vita di nessuna donna è normale. Perché i gesti delle donne troppo spesso sono assai più generosi e altruisti di quanto potrebbero sembrare. Perché una donna agisce sempre per amore, «Tutto per amore».