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Barbero lascia il Macro. Tra applausi

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ELuca Massimo Barbero ci aveva messo grinta e sapienza. Ha riordinato le collezioni, ottenuto nuove opere, moltiplicato le aperture (di sera, d'estate), emulsionato l'edificio di via Reggio Emilia ridisegnato da Odile Decq, creato un team dinamico di collaboratori. All'improvviso, colpo di spugna. Pochi mesi dopo la sostituzione di Croppi, passato nelle file di Futuro e Libertà, anche la stella di Barbero è cominciata a declinare. Fino alle recentissime dimissioni. L'altroieri il Campidoglio ha ufficializzato il nuovo direttore, Bartolomeo Petromarchi, e ieri Barbero ha salutato il Macro inaugurando le ultime sue mostre, 16, importanti, da oggi e fino ad ottobre. «Non faccio polemiche, faccio mostre e dirigo musei», ha detto. Umberto Broccoli si è unito all'applauso di commianto, smentendo rapporti tesi. Allora, perché il cambio della guardia? Li. Lom.

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