di ANTONIO ANGELI «La prima volta che siamo andati sulla Luna eravamo da soli.

Airagazzi ha detto: non abbiate paura dei fallimenti. E li ha invitati ad essere tenaci e a studiare. Lui lo può dire: l'incarico che ha ricevuto direttamente dal presidente Obama non è una passeggiata: i fondi non sono più quelli dell'epoca d'oro dei viaggi spaziali e il glorioso Shuttle sta per andare in pensione. Ma l'ex marine ha la ricetta per tornare alla grande nello spazio e per portare finalmente degli uomini su Marte: puntare sui giovani, su i giovani di tutto il mondo perché saranno le partnership la chiave del futuro. E quella con l'Italia è una delle più importanti. C'è la crisi economica anche in America, «ma sono ottimista circa la possibilità che il Congresso assegni alla Nasa un budget adeguato», ha detto Bolden. Ma per andare avanti è necessario trovare nuovi fondi, non pubblici, insomma privati, e «sviluppare tecnologie con le industrie aerospaziali e aeronautiche americane e internazionali» e ancora: «proseguire nelle collaborazioni internazionali con diverse realtà, tra cui l'Agenzia Spaziale Italiana, e in programmi come la Stazione Spaziale Internazionale». «Questo è il nostro futuro», ha detto Bolden indicando l'immagine del razzo vettore Falcon 9 costruito dall'azienda californiana Space X e che l'anno scorso ha fatto il primo volo. «Cominceremo usando il Falcon come cargo e il prossimo anno lanceremo degli astronauti da Cape Canaveral». A meno di un mese dal lancio dell'ultimo Shuttle non è spaventato dall'uscita di scena della regina delle navette che, nei suoi 30 anni di servizio, ha raggiunto traguardi eccezionali. Anzi è ottimista. Gli Stati Uniti guardano alle missione umane su Luna e Marte, «anche se - ha detto il numero uno della Nasa - la strada è ancora molto molto lunga». Non abbastanza, però, da scoraggiare i giovani dal fare gli astronauti: «Preparatevi e studiate!», ha detto Bolden agli studenti. Nel futuro della Nasa c'è molta Italia: sono tre (per ora) le missioni americane ad «alto contenuto» tricolore. I loro obiettivi sono Giove, Marte e l'intero Universo. Ha spiegato tutto il presidente dell'Asi, Enrico Saggese, presente agli incontri di ieri. La missione «Juno» diretta a Giove, il cui lancio è previsto in agosto, ha fra gli strumenti più importanti lo Spettrometro a infrarossi, realizzato in Italia, che permetterà di studiare la composizione dei gas di Giove. «A bordo della sonda - ha spiegato Saggese - ci sarà una targa che ricorda Galileo Galilei, con la riproduzione del testo che descrive la scoperta delle lune di Giove». Ci sarà un po' di Italia anche sul «Mars Science Laboratory» che la Nasa lancerà a fine anno e che porterà sulla superficie di Marte la sonda «Curiosity». «A bordo - ha proseguito Saggese - ci sarà un chip con la riproduzione del Codice del Volo di Leonardo da Vinci». Nel 2012, infine, Italia e Stati Uniti saranno insieme nella missione NuStar, che andrà ad esplorare il cielo con i raggi X a caccia di buchi neri e particolari galassie.