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Le tigri di Wilbur Smith

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diTIBERIA DE MATTEIS Conosciuto come il «maestro dell'avventura», Wilbur Smith sarà protagonista della penultima serata di "Letterature. Festival Internazionale di Roma", oggi alle 21 alla Basilica di Massenzio. Leggerà il suo inedito «In origine era la parola e la parola era Dio», scritto per l'occasione. Nato nrl 1933 nella Rhodesia del nord, l'attuale Zambia, da genitori inglesi, Wilbur Smith deve il suo immaginario creativo all'infanzia trascorsa nel ranch del padre ed è proprio a lui che ha dedicato l'intervento romano, proponendo nel suo racconto inedito la battaglia intrapresa dal genitore con tre tigri. L'esperienza infantile diventa una storia da condividere con lettori e spettatori. «Mostrerò la foto dell'avvenimento a riprova che quello che descrivo è vero. Il fatto che sia uno scrittore non presuppone che debba inventare», ha spiegato Smith, 120 milioni di copie vendute nel mondo e un passato da cacciatore, minatore, pescatore a strascico, baleniere e contabile che sembrano non aver intaccato una naturale eleganza senza età. «Da bambino ho potuto osservare mio padre in questo suo combattimento: gli rimase una cicatrice sul naso e anche io ho un naso diverso per le conseguenze di quello scontro. Impariamo dai genitori le prime idee sulla vita. Mia madre era una donna colta, gentile, amante dei libri, mio padre era un uomo assolutamente virile. Viveva lavorando solo per se stesso. Anche io l'ho emulato: da 47 anni sono disoccupato! Ho soltanto acquisito un capo, una signora che mi accompagna nella vita», ha scherzato, alludendo a Mokhiniso, una giovane nativa del Tagikistan, sua quarta moglie, con cui vive a Londra. «Ritorno a Roma spesso e la amo molto. C'è un testa a testa fra Londra e Roma: sono le città più interessanti e gradevoli del mondo. Anche a mia moglie piace Roma. Oggi parlavamo del porto di Ostia, costruito per accogliere le navi che rifornivano di grano la città antica, e dell'acquedotto eretto da Claudio. Lei mi ha detto: "Erano proprio intelligenti questi Romani!”. Ho aggiunto, allora, che hanno perfino convinto gli Inglesi a togliersi di dosso quella pittura blu con cui si ricoprivano e lei ha replicato: "Se sono riusciti a convincere a fare il bagno gli Inglesi, potevano compiere davvero qualunque impresa!”. Profondo conoscitore della storia africana, Smith parla l'Afrikaans, lo Zulu e altri dialetti di quel continente ed è proprio grazie a queste esperienze vissute che è diventato uno scrittore specializzato nelle tematiche avventurose: il suo primo libro "Il destino del leone" era proprio la vicenda di un ragazzo, come lui, cresciuto in un ranch tra foreste, animali selvaggi, indigeni e battute di caccia. "L'Africa è un tesoro di storie, preziosi elementi di ispirazione. Le rivolte che si stanno verificando nel Nord evidenziano un desiderio di libertà e di emancipazione dalla tirannia. Ci saranno molte morti come avvenuto in passato ogni volta che gli esseri umani hanno abbracciato le torce della loro indipendenza. Sarà risolutivo che possano scegliere un regime democratico».

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