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L'etica al tempo della crisi economica

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Diecicapitoli per capire quale rapporto esiste tra morale ed economia, anche alla luce delle recenti crisi economiche che hanno destabilizzato l'Occidente e sono scaturite, probabilmente, proprio dall'eccessiva competizione e dalla scarsa presa in considerazione di un cammino etico. Samuele Sangalli e Francesco Nicotri hanno racchiuso queste dieci lezioni promosse dal Forum nazionale giovani in un libro intitolato «Narrare l'etica e l'economia - Tracce di un comune cammino» (Rubbettino, 14 euro). L'obiettivo è stimolare il pubblico, possibilmente giovane, alla riflessione sulla pertinenza del discorso etico, per costruire la propria umanità e quella della comunità civile di cui si è parte. Nel testo si è proposto con credibilità un profilo di «adultità» ove non vi sia distonia nel soggetto tra la propria competenza professionale e la statura morale. Sangalli e Nicotri dicono che proprio di questo il mondo ha oggi bisogno. Difficile, anche leggendo le cronache di tutti i giorni, dargli torto. Da troppi anni, del resto, si dice che il Paese è da ricostruire dal punto di vista etico. Il testo prova a ripercorrere i motivi che hanno portato alla crisi, perché non ci siamo accordi che un enorme infezione stava per contagiare il Sistema o quale ruolo ha giocato l'Italia nello scacchiere mondiale. Interessante, in questo senso, l'intervento di Ferruccio De Bortoli, in una delle lezioni con il Forum, che si espone sul pericolo del ritorno della crisi, dicendo: «Credo che l'aspetto che ci debba colpire di più è che comunque alcune pessime abitudini del passato sono ritornate ad essere continuamente riproposte anche dagli operatori di questi ultimi tempi». Uno dei tanti modi per dire che forse esiste un problema etico per chi opera nel campo dell'economia. Allora da dove ripartire? Intanto dall'etica nelle religioni, studiando il modello ebraico, islamico e cristiano, per poi capire come applicare gli strumenti alle organizzazioni e agli operatori economici. Chiaro, queste dieci lezioni affrontano le questioni a 360 gradi anche su profit e no profit, democrazia economica, sviluppo sostenibile e globalizzazione. Ma come si pongono i giovani di fronte alla crisi? Uno di questi, Giuseppe Failla, scrive: «È compito di ogni nuova generazione mantenere memoria del passato e avviare processi di cotruzione della storia. La capacità di gestire un mondo che cambia e i processi stessi di cambiamento socio-economico possono derivare da un reale protagonismo di generazioni e generi chiamate a fare scelte responsabili nella società». Responsabilità che si potrà formare esclusivamente attraverso un percorso etico più sano. F. P.

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