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«Allo Strega potenti scorretti Come nella società civile»

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diLIDIA LOMBARDI Franco Cardini chiede scusa ma non sceglierà la cinquina dello Strega, che si vota oggi al tramonto sulla terrazza della Fondazione Bellonci, erede della casa ai Parioli dove nacque il più importante premio letterario italiano. Non è mica perché il professore contesta l'alloro che fa vendere centomila copie. È perché si trova in Perù, dove presenzia a due convegni all'Università Cattolica di Lima e deve tenere altrettante lectio magistralis. «Sono partito di corsa, e non ho fatto attenzione alle date», si scusa il medievista. Ma quali libri le piacciono, dei dodici in gara? Due. "Storia della mia gente", di Edoardo Nesi, e "La scoperta del mondo" di Luciana Castellina. Nesi perché? Perché è molto fedele nel descrivere la mentalità di un imprenditore, oltretutto della mia terra, un toscano di Prato. Certo, è un modo di pensare che non condivido per l'ossessione del lavoro, delle proprie cose, dell'affermazione economica. E per la scarsa comprensione dei problemi di oggi: gli immigrati giudicati invadenti, i cinesi "aggressivi". Però è un romanzo combattivo nel costruire i valori. Un po' mi ha ricordato Malaparte. E la Castellina? Ha scritto un bel libro di memorie e ha saputo rappresentare i problemi della donna che fa politica. Un libro alla Rossanda. Non so se l'accostamneto le farà piacere, ma è pur vero che le loro vicende sono parallele, a partire dalla generazione. Certo non è letteratura classica... Già, la letteratura classica. Dov'è finita? Non esiste più. Anche il libro che ha vinto l'altr'anno, quello di Pennacchi, non lo era. Eppure l'ho votato. Magari non rappresentava il meglio dello Strega 2010, però era il più nuovo. E finalmente accendeva i riflettori su uno scrittore-operaio vero, dopo tanta fuffa su quello alla Pasolini. Lei è da una quindicina di anni tra i 400 Amici della Domenica, i giurati dello Strega. Cambierebbe il meccanismo di voto, quest'anno contestato più che mai? Per esempio tra i candidati c'è anche Bruno Arpaia, che è anche uno dei giudici.Voterà per se stesso. E nelle scorse edizioni c'è chi ha vinto per una scheda. Non va cambiato il meccanismo di voto, vanno cambiate le persone. Vale lo stesso per la politica. L'attuale legge elettorale è infame, ma il vero problema è la società civile italiana. Se fosse migliore avremmo leggi migliori. Invece tutti i meccanismi di scelta, per elezione o per cooptazione, sono corrotti. Giudizio tranchant. Non esagero. Avviene nel mondo del calcio, nelle università. E avviene nei premi letterari. Noi giurati siamo martellati dalle case editrici. Non telefonano le segretarie, no, alzano la cornetta i mammasantissima nel mondo editoriale. E se chiamano 40 dei 400, chiedendo di scegliere quell'autore per amicizia con loro, o con lui, o perché sei concittadino, o sei della scuderia...Bè, se il ricatto morale o il blando tentativo di corruzione è così pressante, capita che vinca chi non lo merita. Non cadrà il mondo, ma la radice è la stessa su cui cresce il nostro Paese di trasformisti. Forse qualcosa si muoverà nello Strega 2012. Tullio De Mauro, che presiede la Fondazione Bellonci, promette altri cambiamenti. Intanto ieri già qualcuno ha fatto pubblicamente dichiarazione di voto. La Società Dante Alighieri, attraverso i lettori delle scuole superiori, ha scelto "La vita accanto" dell'esordiente Mariapia Veladiano, edito da Einaudi, ovvero gruppo Mondadori. Lo stesso che ha vinto le ultime quattro edizioni. È anche vero che tra i più accreditati per la vittoria finale c'è un altro autore Mondadori, Mario Desiati, con «Ternitti». Ma chissà che non la spunti un editore indipendente. La Castellina, pubblicata da Nottetempo di Ginevra Bompiani, ha buone chances. Una probabile cinquina potrebbe vedere - accanto a Castellina, Nesi, Desiati e Veladiano - «Nel mare ci sono i coccodrilli» di Fabio Geda (Dalai). A domani.

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