Herta Muller fa un viaggio a ritroso tra i servizi segreti di Ceausescu
Ilsuo viaggio nel romanzo «Oggi avrei preferito non incontrarmoi» di Herta Muller, premio Nobel per la letteratura nel 2009, pubblicato da Feltrinelli nella traduzione di Margherita Carbonaro (pp.190, euro 16). La scrittrice romeno tedesca, che è stata pedinata, aggredita e ha subito tanti interrogatori per essersi rifiutata di collaborare con i servizi segreti del regime comunista di Bucarest, in questo libro di grande forza evocativa, considerato una delle sue prove più importanti, racconta la follia del totalitarismo e la forza di una donna che non vuole rinunciare alla felicità. Attenta ai dettagli e alla profondità delle parole, la Muller, nata nel 1953 nel villaggio di lingua tedesca di Nitzkydorf, nel Banato rumeno, al confine fra Serbia, Romania e Ungheria, trasforma il tragitto in tram, in una città rumena, di questa donna, convocata «Giovedì alle dieci in punto», in un viaggio pieno di poesia. «Certe cose diventano brutte solo quando se ne parla. Io mi sono abituata a tacere in tempo, eppure è quasi sempre troppo tardi, perchè voglio impormi per un poco», racconta. La memoria è un modo di resistere, è un modo per ritrovarsi, per non impazzire anche se i ricordi a volte sono terribili. Come quello della giovane amica Lilli, uccisa alla frontiera con l'Ungheria, mentre tentava di fuggire dal paese. Con Paul ripensa ai momenti felici, anche se pochi, e offuscati dall'alcol a cui lui non sa rinunciare. C'e anche il ricordo del padre e il primo matrimonio con un uomo che amava ballare ma «non era capace di picchiarmi e perciò si disprezzava». E ancora i racconti del nonno sulla deportazione. Ma soprattutto l'angoscia contro cui deve combattere la protagonista. «Vengo convocata sempre più spesso: martedì alle dieci in punto, sabato alle dieci in punto, mercoledì o lunedì. Come se gli anni fossero una settimana, mi stupisco che dopo la tarda estate già ritorni l'inverno». Così si apre la storia scandita dai passaggi e dalle fermate del tram e da incontri con personaggi come il calzolaio le cui storie assumono spesso un significato simbolico.