La Gran Bretagna cancella sesso e violenza dalla tv
Niente sesso siamo (bambini) inglesi. La Gran Bretagna del conservatore Cameron e della regina Elisabetta II, maestra di stile con quella manina che muove da mezzo secolo per salutare le folle festanti, ha deciso che la quotidiana dose di ammiccamenti sessuali in tv o sui cartelloni pubblicitari è vietata quando a sorbirsela sono i ragazzini. Il padrone di casa di Downing Street - ci sta da un anno con la moglie e tre figli e il più grande ha sette anni - ha elaborato un pacchetto di misure a protezione dell'innocenza dei piccini che sarà presentato oggi e che il Guardian ha anticipato nel numero domenicale. Lo slogan coniato per la campagna moralizzatrice è «lasciate che i bambini siano bambini». E i provvedimenti riguardano i manifesti pubblicitari affissi nelle strade, gli spot in tv, le riviste per adulti. Certo, c'è un po' di demagogia nella trovata di Cameron. I cartelloni, per esempio: via quelli con riferimenti più o meno sessuali piazzati vicino a scuole o asili. Come se nel tragitto casa-scuola i piccoli vadano bendati, così come quando fanno una passeggiata in centro con i genitori o la tata. E però quando il leader conservatore se la prende con le pubblicità provocanti per gli abiti dei bambini, intercetta un voyeurismo strisciante e un input assai diseducativo. Sculettare con la minigonna, pavoneggiarsi nella scollatura a cuore, traballare nelle scarpe con il tacchetto è fare delle nostre figlie delle lolite in sedicesimo. Sugli spot e sui programmi tv la stretta prevede l'abolizione di immagini violente e scene di sesso prima delle 21. E poi: riviste per adulti trasferite negli scaffali più alti di giornalai e librerie e anzi avvolte in carta marrone. Sotto sorveglianza anche internet, con meccanismi più semplici per i genitori nel blocco di materiale inadeguato ai piccoli. Servirebbe più rigore anche in Italia? Beh, un fatto è certo. Le fasce orarie protette sono una barzelletta. Mica come in Cina, dove hanno cancellato per tutti, piccoli e grandi, le reclame osée, perfino quelle della più castigata biancheria intima, per non parlare dei siparietti sui reggiseni che aumentano il seno. Da noi, invece, la flessuosa Belen si spoglia in ascensore per reclamizzare i cellulari. Nello spot della RedBull i due protagonisti - non fa niente che sono cartoni animati - giungono al dunque più soddisfacente dietro a una panchina di un parco. E in CSI Miami, il telefilm di Italia 1, si sventrano signore all'ora della minestrina per i nostri figli, suppergiù alle 19,30. I ragazzini sono spugne, imitano, crescono più in fretta di quello che immaginiamo. Magari, diranno in molti, hanno dentro gli anticorpi per riderne, di certe scene lubriche. E magari i permissivisti hanno ragione. Ma allora non prendeteci in giro con la storia delle fasce protette.