Asteroidi presi per la coda
diANTONIO ANGELI Due eccezionali missioni spaziali verso degli asteroidi potranno dare risposte a molte domande sul nostro Sistema Solare e sull'intero Universo. Queste missioni sono dirette non a satelliti o pianeti, ma verso questi misteriosi e sfuggenti abitatori degli spazi interstellari. Una sonda della Nasa «prenderà per la coda» un asteroide, per risucchiarne la polvere da riportare direttamente sulla Terra, dove si cercheranno in seguito possibili tracce di forme di vita. La super-missione da un miliardo di dollari è denominata Osiris-REx (Origins, Spectral Interpretation, Resource Identification, Security-Regolith Explorer) e sarà lanciata nel 2016. La sonda «aspirapolvere» arriverà al suo appuntamento con l'asteroide «RQ36» quattro anni dopo, per tornare indietro e atterrare nel deserto dello stato dell'Utah, nel 2023, con ben due chili di «povere di stelle» nel suo sacchetto. Una polvere dalla quale gli scienziati sperano di capire molte cose sulla formazione del nostro Sistema Solare. «Osservazioni del pianetino, grande come cinque campi da calcio, effettuate con i telescopi, hanno già evidenziato la presenza di componenti ricche di carbonio», ha spiegato il responsabile scientifico della missione, Michael Drake, dell'Università dell'Arizona, ricordando la teoria secondo cui gli ingredienti necessari alla formazione della vita sulla Terra potrebbero essere stati depositati da uno dei tanti asteroidi che, da milioni di anni, bombardano il pianeta. «La cosa più complicata di questa missione - ha aggiunto Drake - sarà imparare a navigare in modo da poter selezionare un sito sulla superficie dell'asteroide da dove prelevare i campioni». Dalla sonda una capsula sarà inviata sulla superficie, per un «bacio» che durerà solo cinque secondi, il tempo necessario perché un getto di azoto sollevi la polvere che verrà poi prelevata da uno speciale «filtro». Ma anche un altro asteroide sta per essere preso per la coda, e lo sarà tra pochi giorni: Vesta, nella Fascia principale degli asteroidi, nel nostro Sistema Solare oltre l'orbita di Marte. Dopo oltre 3 anni di viaggio proprio in queste ore la sonda della Nasa «Dawn» ha iniziato ad acquisire le prime immagini del «pianetino». Immagini importantissime perché vengono utilizzate ora dagli scienziati per l'aggiustamento della rotta della sonda. Dawn si inserirà nell'orbita di Vesta il prossimo 16 luglio. Il grande asteroide è conosciuto come il migliore esempio di «proto-pianeta», un corpo celeste antichissimo, che risale alla formazione dello stesso Sistema Solare e che è considerato l'anello mancante tra asteroidi e pianeti. Sulla sonda Dawn ha iniziato a funzionare anche lo spettrometro italiano Vir (Visible and infrared mapping spectrometer), fornito dall'Asi e realizzato da Selex Galileo con la guida scientifica del'Istituto Nazionale di Astrofisica. «Ci sentiamo un po' come Colombo che si avvicina alle coste del Nuovo Mondo», ha spiegato Christopher Russell, scienziato della missione Dawn, professore dell'Università della California. «Il team di Dawn non vede l'ora di mappare questa terra incognita». Il «bacio» con Vesta è solo la prima tappa del viaggio di Dawn che porterà poi la sonda a studiare anche un altro asteroide: Cerere, che raggiungerà nel 2015. La sonda compirà un viaggio totale di circa 5 miliardi di chilometri, un percorso interplanetario iniziato nel settembre 2007 con il lancio da Cape Canaveral in Florida.