Il «new journalism» nelle parole di Gay Talese
«Intendevodire - spiega - che ad aver fallito la propria missione è la stampa di Washington, quei giornalisti che dovevano riferire sui palazzi del potere e non hanno manifestato quello scetticismo che avrebbe dovuto essergli proprio, divenendo così non meno colpevoli del governo, per averci cacciato nella drammatica avventura della guerra in Iraq. Ci hanno indicato i nemici sbagliati dopo l'11/9, seguendo le false informazioni diramate dall'allora segretario alla Difesa Donald Rumsfeld, comprese quelle sulle armi di distruzione di massa». Talese sostiene che «il giornalismo può essere creativo senza per questo ricorrere a falsificazioni». Un'onestà che rivendica anche Carofiglio: «Sia che si tratti di storie vere, sia finte, vanno scritte senza fare i furbi. Da veri scrittori capaci di manipolare la lingua, si tratta di dire quel che si deve, andando dritti alla necessità per cui quelle cose si vogliono scrivere». Il padre dell'avvocato Guerrieri, protagonista di molti suoi romanzi, è autore del saggio «La manomissione delle parole» (Rizzoli) e a Massenzio sarà impegnato in una sorta di spettacolo teatrale, col fratello Francesco e l'aiuto di alcuni video.