segue dalla prima di ANDREA GAGLIARDUCCI Siede dietro uno scrittoio, ha appuntato le domande che vuole porre agli astronauti.
Dall'altraparte dello schermo gli astronauti non vedono il Papa, ma ne sentono solo la voce. Sono rilassati, tanto che alla fine della conversazione uno di loro si lascia andare in alto dall'assenza della forza di gravità. Eppure il momento è storico. Benedetto XVI pone agli astronauti cinque domande, con la curiosità del professore e la sagacità del teologo, per comprendere - e far comprendere a chi assiste alla conversazione - come si guarda il mondo da un'altra prospettiva. "Credo - dice Benedetto XVI - che stare lassù sia anche un'avventura per riflettere sulle nostre origini, i cieli possono farci meditare sulla creazione. Noi vogliamo che si rifletta sempre sulla creazione". Il Papa intervista gli astronauti. "Dalla Stazione Spaziale - chiede Benedetto XVI - vedete la nostra Terra da una prospettiva molto diversa. Sorvolate continenti e popoli diverse volte al giorno. Credo che per voi sia evidente che viviamo tutti insieme su una sola Terra e che è assurdo combattersi e uccidersi fra noi". Benedetto XVI fa riferimento anche a Gabrielle Gilfords, deputata americana e moglie del comandante Kelly, nei mesi scorsi vittima di un grave attentato e ferita alla testa. E chiede: "Contemplando dall'alto la Terra quali considerazioni fate dunque sul modo in cui le nazioni e i popoli vivono insieme quaggiù, o su come la scienza può contribuire alla causa della pace?" Kelly ringrazia per il pensiero alla moglie, osserva che, sì, loro vedono la terra dall'alto, e che da lassù i confini non esistono. E aggiunge: "Sulla terra i popoli spesso combattono per l'energia, nello spazio noi usiamo l'energia solare. Se queste tecnologie potessero essere utilizzate sulla Terra, noi avremmo la possibilità di ridurre il numero dei conflitti e delle guerre". D'altronde, la stessa costruzione della stazione orbitante è un piccolo miracolo. Nasce da una estesa cooperazione internazionale, che coinvolge americani e russi, europei e giapponesi. Benedetto XVI è stato soprannominato "il Papa verde" anche per la sua attenzione all'ambiente. E nella seconda domanda chiede agli astronauti se dal loro straordinario punto di osservazione vedono "segni o fenomeni ai quali dobbiamo essere più attenti?". "Possiamo vedere delle bellezze indescrivibili - ha aggiunto un altro astronauta - ma anche quanto è fragile tutto ciò, anche l'atmosfera per esempio, è sottile come uno strato di carta. Ci riempie di speranza questa avventura e abbiamo compreso come cooperando possiamo superare tanti ostacoli e tante sfide, perché la Terra è un posto bellissimo". Benedetto XVI chiede poi quali messaggi gli astronauti vogliono indirizzare ai giovani. "Il messaggio più importante che vogliamo dare ai giovani soprattutto è che c'è un intero universo da esplorare e se lo faremo insieme sarà bellissimo". "I credenti - osserva Benedetto XVI - guardano spesso verso gli spazi sconfinati, meditando sul Creatore di tutto ciò, e sono colpiti dal mistero della sua grandezza". Da qui anche la sua decisione di affidare a Roberto Vittori, "come segno della mia partecipazione alla vostra missione", la medaglia che raffigura la creazione dell'uomo dipinta da Michelangelo nella Cappella Sistina. "Nel vostro intenso impegno di lavoro e di ricerca - chiede il Papa -, vi succede di fermarvi e fare simili riflessioni - forse anche di rivolgere una preghiera al Creatore?". "Il nostro pianeta - dice Vittori è bellissimo, è di colore blu: blu come il colore del nostro pianeta, come il colore del cielo ma anche come il colore delle forze italiane che mi hanno dato l'opportunità di venire sullo Spazio. La bellezza è tridimensionale e cattura la nostra attenzione e il mio cuore e io prego, prego per me, per le nostre famiglie, per il nostro futuro". Ed è in questo momento che Vittori prende la medaglia che gli è stata data dal Papa e la lascia volare in assenza di gravità fino all'altro collega italiano, Paolo Nespoli. A lui Benedetto XVI fa l'unica domanda in italiano. "Caro Paolo, tutti ti siamo stati vicini, anch'io ho pregato per lei - ha detto il Papa -. Come hai vissuto questo momento di dolore: ti sei sentito lontano o comunque parte di una comunità?". "Santo Padre - risponde Nespoli, che ha appreso nello spazio la notizia della morte della madre -, ho sentito le vostre preghiere arrivare quassù. I miei colleghi a bordo della Stazione mi sono stati vicini in questo momento per me molto intenso. Sono grato di tutto questo. Mi sono sentito lontano ma anche molto vicino, e questo è stato per me di grande sollievo".