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Bob, il mattatore

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Festival del cinema di Cannes: Robert De Niro, Kirsten Dunst e Jean Dujardin

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Non si è fatto vedere sulla Croisette nemmeno per ritirare la sua meritata Palma d'oro, l'incorregibile schivo Terrence Malick, regista di «The Tree of Life» (distribuito in Italia da 01). Al suo posto sono saliti sul palco i produttori Sarah Green e Bill Pohland. Ma a parte «il grande assente», la cerimonia di chiusura del Festival di Cannes, con Melanie Laurent madrina in lungo beige ed enorme anello ambra, è stata divertente e ricca di coup de théâtre. Ammiratissima anche la bostoniana Uma Thurman, scelta da Gabriele Muccino per il suo nuovo film americano «Playing the field». Il presidente della giuria Robert De Niro, tentando di fare il suo discorso in francese ha scatenato l'ironia generale: «È stata una bella esperienza con i miei champignon (ossia funghi)». Poi, davanti ai sorrisi inevitabili, ha tentato di correggere funghi in «companion» (colleghi) e ha proseguito qualche minuto sospeso tra francese e inglese, mentre il giurato Jude Law, elegante in smoking e cravattino bianco, lo fissava come fosse spettatore di uno sketch comico e Melanie Laurent si tratteneva per rispetto. Dopo le lacrime (di De Niro e Moretti) nell'apertura della kermesse d'Oltralpe, ecco le risate in platea. Grazie anche a Jean Dujardin, migliore attore per «The Artist» di Michel Hazanavicius che, dopo i ringraziamenti di rito, si è inchinato davanti alla giuria e come nel bel film (che uscirà in Italia distribuito da Bim) muto, in bianco e nero, ha cominciato sul palco a ballare il tip tap. Momenti di panico invece per Maiwenn Le Besco, che ha vinto il premio della giuria con «Polisse» (acquistato la Lucky Red), corsa sul palco ansimando e sospirando sull'orlo di un attacco di cuore. Tanti applausi per Kirsten Dunst, migliore attrice per «Melancholia» di Lars Von Trier: la giuria non si è fatta influenzare dal caso che ho scioccato il festival, ovvero dalle dichiarazioni del danese sulle simpatie naziste e quelle antisemite su Israele culminate nella cacciata da Cannes come «persona non gradita». «Che esperienza questo Cannes - ha esclamato l'attrice finita gioco-forza nella bufera e accolta da qualche fischio - Ma io voglio ringraziare Lars per l'opportunità che mi ha dato scegliendomi per il suo film. Questa è veramente una notte speciale». Din. Dis.

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