Il complesso di Mel
Mel Gibson, protagonista fuori concorso a Cannes di «The Beaver» di Jodie Foster, ha partecipato ieri sera alla premiere del film saltando però l'incontro stampa del mattino. I maligni dicono che lo ha fatto per evitare domande scomode. Mel è infatti nella bufera per guai giudiziari, prima a causa degli insulti razzisti ad un poliziotto che lo aveva fermato ubriaco e poi con l'accusa di violenze domestiche alla seconda moglie Oxiana Grigorieva, per la quale è stato condannato, due mesi fa a Los Angeles, a 36 mesi di libertà condizionale e al pagamento di 600 dollari di spese legali. Gibson non è andato in carcere ma si sta sottoponendo a sedute di psicoterapia e a 16 ore di lavoro in una comunità. Il celebre attore e regista di «The Passion» e «Braveheart», che da tempo non appare in pubblico, non ha fatto ieri un'entrata riservatissima dal sorvegliato "ingresso degli artisti", proprio come Terrence Malick l'altra sera, quando in pochissimi lo hanno riconosciuto finché la sua presenza non è stata confermata dal direttore del festival Thierry Fremaux. In «The Beaver» (da venerdì distribuito nelle sale da Medusa) il divo interpreta un manager che cade in depressione davanti all'impotenza della moglie (Jodie Foster) e dei due figli. Dopo un tentativo di suicidio, il personaggio s'inventa una terapia particolare, grazie ad un castoro di peluche che gli restituisce energia e voglia di fare. Con il castoro sempre in mano - anche quando fa l'amore con la moglie - o sotto la doccia, Walter (Gibson) risale la china mentre il figlio maggiore flirta con una compagna di studi (Jennifer Lawrence) che dovrà superare lo choc per la morte del fratello. «Per Mel, questo è un film per rinascere. Penso che non avrei potuto scegliere un protagonista migliore di lui - ha detto Jodie Foster, ex bambina prodigio in "Taxi Driver", elegante, bellissima alla vigilia dei 50 anni e al suo terzo film come regista - Non sono molti gli attori capaci di passare dal comico al drammatico o viceversa e lui è riuscito a sorprendermi con l'interpretazione straordinaria di una persona che nella vita sta lottando con se stessa per cambiare. Lui, più di chiunque altro, poteva capire sulla sua pelle cosa significasse il film e lo ha interpretato con il cuore». La Foster, una delle poche amiche rimaste vicine a Gibson dopo i guai giudiziari, è convinta che «Mel abbia interpretato "The Beaver" pensando a quanto fosse importante per lui. Non so se potrà riabilitarlo, ma facendo il film lui ha certamente ripensato alla propria vita. È un uomo riservato e quello che esprime sul set è molto più profondo di quello che mostra nella vita. Sono molto orgogliosa di averlo avuto e di esserne amica». Mentre Angelina Jolie è pronta a debuttare nelle sale americane il 23 dicembre con la sua opera prima da regista («Nella terra del sangue e del miele», già venduto al marchè con successo), in concorso sulla Croisette è sbarcato il finlandese Aki Kaurismaki con «Le Havre». Molto applaudito dalla stampa, il film è un affresco sulla gente povera di oggi, senza macchina né conto corrente, capace però di grande solidarietà. Marcel (André Wilms), ex scrittore che vive in un paesino sul mare, si adatta a fare il lustrascarpe. Ma quando incontra Idrissa (Blondin Miguel), ragazzino extracomunitario clandestino appena fuggito da un container, non esita a dargli una mano e lo accoglie nella sua modesta casa, dove la dolce compagna Arletty (Kati Outinen) lo aspetta per la cena e mette i soldi da lui guadagnati in una scatola di latta. Ad aiutare poi il ragazzo e anche Arletty, quando si ammala, sarà alla fine tutta la comunità (povera) di amici e vicini del quartiere. Per Kaurismaki, che ha girato il film in francese (distribuito in Italia da Bim), «non c'é per ora in Europa alcuna volontà politica di risolvere il problema dell'immigrazionee». In concorso è arrivato anche Alain Cavalier, regista francese di «Pater», sorta di dialogo/confessione tra un padre spirituale (il regista stesso) e un suo figlio, complice di set e di vita come l'attore Vincent Lindon. Per circa 100 minuti i due giocano a scambiarsi i ruoli, inseguono memorie, pensano il cinema di ieri e di domani, fingendo di interpretare delle parti con la leggerezza di una conversazione settecentesca. Se Sharon Stone ha dato forfait per la serata (domani) dell'amfAR (dove verrà battuto all'asta un ritratto di Liz Taylor firmato da Warhol), sulla Croisette è apparsa la bella Laetitia Casta (compagna di Stefano Accorsi con cui ha due figli) interprete di «The Island» in gara alla Quinzaine. «Ho interpretato questo film bulgaro indipendente per dimostrate che non sono solo glam, ma vado a fare la spesa e mi divido tra lavoro e figli. Sogno di essere diretta da Moretti, l'ho chiamato, ci siamo incontrati ma per ora niente film. Vorrei tornare in Italia, dove c'è una recitazione più fisica rispetto alla Francia. Peccato che ci siano però dei politici italiani impresentabili».