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IL GIRADISCHIa cura di Stefano Mannucci

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Nonuccide ma contagia chiunque vi si avvicini. Poco conta che tu abbia altro da fare nella vita: se il virus entra in circolo prima o poi ti ritroverai seduto davanti a un piano a cantare gli standard di New Orleans. È accaduto anche a Hugh Laurie, il sornione "Dr. House", che qui confessa la sua antica vocazione a pigiare quei tasti bianchi e neri, e a intonare quei "song" che anche un bianco britannico può rendere credibili. Certo, qui non siamo di fronte a un asso, ma a ben vedere, non lo erano neppure attori come Belushi & Akroyd, che resero immortali i Blues Brothers partendo da una parodia cinematografica del R&B e del soul. Molto aiuta la produzione, affidata a un cantautore di culto come Joe Henry, e la collaborazione di monumenti come Dr. John o la vocalist Irma Thomas, la regina del Delta del Mississippi. Quanto al repertorio, siamo ai superclassici: da "St.James Infirmary", resa celebre da Louis Armstrong, a "After You've Gone" di Bessie Smith, per finire a "They're Red Hot" del maestro del blues, Robert Johnson. Non c'è cura qui, caro Dr. House. Voto 7 e mezzo su 10

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