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A Cannes arriva "L'Apollonide", storia di un bordello

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In concorso al festival francese è stato presentato anche «L'Apollonide - Souvenirs de la maison close» (House of tolerance) di Bertrand Bonello con la trentenne Jasmine Trinca nel ruolo di una delle prostitute. Tra immagini raffinate e molti nudi, si consuma la vita di tante ragazze unite dalla solidarietà femminile e dal commercio sessuale con clienti pieni di perversioni di vario tipo. C'è chi fa l'amore in una vasca piena di champagne, chi lega le ragazze usando un coltello fino a sfregiarle e chi invece s'innamora perdutamente della prostituta di turno. Trinca, perché al contrario delle altre protagoniste non ha nessuna scena di nudo integrale? «Per puro caso, la sceneggiatura non le prevedeva per la mia Julie, un personaggio che alla fine sarà l'unica a dover affrontare la morte». Come pensa potrebbe essere accolto questo film erotico in Italia? «Non lo so, ma a me è piaciuto molto, perché è audace e racconta la fine di un'epoca che rappresentava lo stile e l'eleganza, particolari che oggi non esistono più. In Italia c'è un star system maschilista e mi propongono solo ruoli di moglie o di figlia al servizio di qualcuno di qualcosa». Che effetto le fa tornare a Cannes 10 anni dopo «La stanza del figlio»? «Quello fu il mio film d'esordio, vinse la Palma d'oro e ora mi sono qui, di nuovo con Moretti, ma stavolta in competizione con lui. È bello, anche perché Nanni è molto competitivo. Nel mondo del cinema fa bene ogni tanto dividersi artisticamente, mi auguro solo di potermi ritrovare con lui in un altro suo bel film». Cosa ne pensa Moretti del film di Bonello da lei interpretato? «Non l'ha visto, ma una volta vedendo "Pornographe", una vecchia pellicola di Bonello, era rimasto un po' perplesso di fronte al suo stile ardito». Qual è il carattere del suo personaggio? «Julie è una ragazza che fa la lavandaia e solo per sua scelta, per pura ambizione, non per bisogno, si prostituisce, illudendosi così di poter migliorare la sua vita e riscattare la sua femminilità». Lei è favorevole alle case chiuse? «Il tema della prostituzione esiste ed è grosso. Adesso in Italia si vive un po' come in un vero e proprio Far West. Una cosa che fa sicuramente pensare e forse sarebbe meglio mettere in campo una regolamentazione. Per esempio, che fine hanno fatto quelle leggi che dovevano penalizzare i clienti in fila nelle auto per strada, in attesa della prostituta di turno? Insomma, forse sarò reazionaria, ma credo che sia meglio ripristinare le case chiuse, soprattutto per le ragazze che spesso si ritrovano nelle mani dei papponi». Quali sono i suoi prossimi progetti? «Lavorerò ancora in Francia. Sto per fare un altro film francese, dal titolo «Au Galop» di Louis-Do de Lencquesaing. Una storia passionale, sulla possibilità di amare contemporaneamente due uomini da parte di un'affascinante donna divisa tra due relazioni». Din. Dis.

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