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Quel Cellini inedito svelato da Messeri

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MarcoMesseri, "Vita allegra di un genio sventurato", Skira, pp.171, euro 16), Benvenuto Cellini evoca fasti e nefasti della sua esistenza. Un ragazzino, Michele, che gli fa anche da infermiere, diligentemente annota. Ed è ovvio che si parta dal principio:«Quando ero ancora piccino, avrò avuto quattro anni». Nell'attesa di svelare i propri, veri talenti. Perché Benvenuto Cellini a ben altro ambiva che a diventare "il primo piffero del mondo", come sognava il babbo. E fu contento come una pasqua quando andò a lavorare nella bottega di un orefice. Il babbo ci rimase male e peggio ancora quando uno di casa, Pierino Piffero, intonò una canzoncina profetica: "Il vostro Benvenuto, lasciatemi cantare,/ potrà avere tanta gloria e tanto guadagnare/ se l'oro, l'oro, l'oro saprà trattare/ invece di soffiare e pifferare". Pierino l'aveva azzeccata. Benvenuto, che pure se la cavava bene col flauto, era destinato a diventare un orafo eccelso. Ma anche lo scultore è degno di imperitura fama. E non dimentichiamo il letterato, considerando che Benvenuto scrisse d'arte e fu originale rimatore, e che la sua autobiografia - la celeberrima "Vita", composta tra il 1555 e il 1566, e pubblicata nel 1728 - è da sempre apprezzatissima. E naturalmente per ciò che c'è dentro. Vale a dire il di tutto e il di più di un'esistenza geniale e sregolata, di cui Marco Messeri, attore, regista, sceneggiatore, ci restituisce, con animo complice i sapori "forti", viaggiando tra papi, granduchi, dame, popolane, cortigiani, artisti e negromanti (domani, alle ore 20, la presentazione al Salone del Libro di Torino, con Milena Vukotic e Giancarlo De Cataldo).

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