L'Unità di Martone
«Noi credevamo», il film risorgimentale sull'Unità d'Italia di Mario Martone ha vinto l'edizione 2011 dei David di Donatello. Il regista napoletano, nel suo discorso al presidente della Repubblica, ha ricordato che il cinema desidera «un grande Paese per sostenere e valorizzare la cultura, sapendo che essa è viva quando è aperta, quando non ha paura e quando ha il coraggio di non piegarsi alle abitudini e alle convenzioni più stanche. L'Italia unita è stata sognata dai poeti e per essa si sono battuti i ragazzi. Il cinema italiano, con i suoi mille meravigliosi volti di attrici e attori, di questo sogno è come fosse lo specchio». A Daniele Luchetti invece il David come migliore regista per «La nostra vita» con Elio Germano (già Palma d'oro a Cannes), che conquista anche il David come migliore attore protagonista. Migliore attrice Paola Cortellesi per «Nessuno mi può giudicare» di Massimiliano Bruno. Mentre a Rocco Papaleo va il David per la migliore regia da esordiente e per il migliore musicista di «Basilicata coast to coast». Rammarico per l'eterno escluso, ancora una volta il grande Carlo Verdone, straordinario attore in «Manuale d'amore». E commozione nella serata di premiazione ricordando Monicelli e Suso Cecchi D'Amico. Nel Salone dei Corazzieri l'evento per gli Oscar italiani è stato aperto dal presidente dell'Accademia del Cinema italiano Gian Luigi Rondi, seguito dal discorso del regista Mario Martone e da quello del ministro per i Beni culturali Giancarlo Galan. Alla presenza del sottosegretario Gianni Letta, del presidente della Regione Lazio Renata Polverini e della Provincia Nicola Zingaretti, Rondi ha consegnato al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il David di Donatello Speciale ai 150 anni dell'Unità d'Italia. Napolitano ha consegnato a sua volta un altro David speciale a Ettore Scola, scusandosi per il disguido del cerimoniale che in genere prevede l'incontro per i David nella mattinata, ma «un caro amico, una delle persone migliori su cui una difficile città come Napoli potesse contare» (l'ex parlamentare del Pci Andrea Geremicca) è venuto a mancare. «Questo David non è destinato alla mia persona ma è destinato all'Italia per avercela fatta dal 1860 ad oggi - ha detto Napolitano - e non è stato facile e non è stato poco». Un intervento nel segno dell'ottimismo, come non avveniva da anni è arrivato anche dal ministro Galan: «Auguri a Cannes dove andrò personalmente e in bocca al lupo a Nanni Moretti, Paolo Sorrentino, Alice Rohrwacher e anche a Bertolucci. Spero che l'onda lunga dalle spiagge di Cannes arrivi fino al Lido di Venezia. Spero insomma in un risultato a Cannes per l'Italia e anche uno a Venezia, che manca da molto tempo. Perché non sognare? Il cinema italiano ce lo ha insegnato. Non si può nascondere che il rinnovo del fondo unico dello spettacolo sino al 2013 ci fa parlare con maggiore positività. Dopo un periodo di grande incertezza spero che ci siano passi avanti concreti che ci facciano guardare alla rinascita del nostro cinema sia dal punto di vista economico sia stilistico. Spero ancora che il cinema torni ad essere il nostro biglietto da visita in tutto il mondo, come già sta facendo». Dopo la parentesi istituzionale, la cerimonia conclusiva dei David si è spostata all'Auditorium della Conciliazione di Roma per una serata presentata da Tullio Solenghi e andata ieri in onda in diretta su Rai Movie alle 19 e in differita su Raiuno alle 23.