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Il vecchio adagio ?due cuori in una capanna? sta per essere archiviato.

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Sonoquelli che vivono in casa dei genitori per scelta (il 31%), a volte per motivi economici (40%) ritenendo gli affitti troppo cari (26%) o addebitando il motivo della scelta all'impossibilità di trovar lavoro (21%). Anche se c'è un buon 34% che non si vergogna nell'ammettere invece di vivere ancora in famiglia per continuare gli studi. Fatto sta che si tratta di un fenomeno soppiantato dalle “bebe couplet”. Spopolano in Francia e in tutta Europa. Lo conferma il quotidiano Libèration. Si tratta dei baby conviventi. Hanno 17, 18, 19 e 20 anni. Sono fidanzati e si sono dichiarati amore eterno. Vivono sotto lo stesso tetto. Qualche giorno a casa di un genitore, qualche giorno a casa dell'altro familiare. Sperimentano la convivenza come fossero adulti, contando sul pagamento delle bollette e il frigorifero riempito da qualche mamma e papà tolleranti. Molto spesso divorziati o single con stanze vuote per tutto il giorno. Famiglie dove non esiste la voglia di opporsi a questa strana confusione di rapporti, né al fatto che i figli facciano sesso con i loro partner, al di là della parete accanto. Lo confermano quei 6 adolescenti su 10 che ammettono di fare l'amore in casa propria. Preferendolo a una macchina scomoda. I dati sono quelli della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo): il 31% delle ragazze ha il primo rapporto a casa del partner, il 26% in casa sua, il 19% in auto e l'11% all'aperto contro il 10% a scuola. Ragazze che crescendo cambiano idea sul concetto di amore eterno, un'aspirazione dura a morire soprattutto per il sesso maschile che continua a crederci, anche in barba alle statistiche dove spiccano separazioni e divorzi, in continua crescita. E le quote rosa? Per loro l'indipendenza conta più di ogni cosa. Tanto che il concetto di "due cuori, ma in due capanne" è condiviso dal 16% delle donne e supera il 27% di adesione tra le over 50. Rob. Mar.

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