Un giallo chiamato Gesù
Ma quale morto e quale risorto? I detrattori della fede cristiana, contro la figura luminosa del Cristo, nei secoli, se ne sono inventate di tutti i colori... Ma la vita, la morte e la resurrezione di Gesù di Nazareth non sono solo un fatto di fede. Sono anche un evento storico e, più semplicemente, un fatto di cronaca. Ed è con lo spirito di chi si occupa di un fatto di cronaca che Massimo Centini, studioso, giornalista e insegnate, tra le altre cose, di «Storia dell'antropologia criminale», ha affrontato gli ultimi giorni di Gesù. Ne è nato un saggio appassionante e durissimo: «La tomba vuota, indagine sulla morte di Cristo», casa editrice Odoya, 15 euro, 236 pagine. Quando si parla della Passione, della flagellazione, della crocefissione ci si trova davanti al più famoso delitto della storia, un'«uscita di scena» spettacolare, seguita da un fatto inatteso e ancor più spettacolare: la scomparsa misteriosa dal sepolcro scavato nella roccia. Per chi crede quell'evento fu la salvezza, il «giro di boa della storia», il momento nel quale, giustamente, riferendosi alla nascita, gli storici hanno posto l'inizio dalla conta degli anni di una nuova era. Il periodo di più alta spiritualità della Storia. Ma forse, certe cose, possono anche essere affrontate senza spiritualità. Centini, infaticabile studioso dell'ignoto, autore di una notevole quantità di ricerche sui luoghi della vita di Gesù, sulla Sindone e, in genere, sui molti aspetti del mistero e della fede, ha impostato un'indagine in stile polizia criminale sul «caso Gesù». Non è la prima volta che qualcuno segue questa strada: come non ricordare il bellissimo film «L'inchiesta», di Damiano Damiani, con un eccezionale Keith Carradine nei panni del prefetto Tito Valerio a caccia del corpo di Gesù in Galilea? Ma il saggio di Centini è un'altra cosa. È ruvido, è, in certe parti, raccapricciante. È volutamente privo di emozione e timore reverenziale. «Le fonti sono il cemento armato della ricerca - scrive Centini nelle prime pagine - questo è un assunto fondamentale, irrinunciabile se si conduce un'indagine seria, basata su dati per quanto possibile oggettivi e attendibili». E l'indagine è seria, anzi, serissima. l'autore si comporta come si comporterebbe il Maigret di Simenon o, visti i tempi, come Gil Grissom, il poliziotto della scientifica dei telefilm «Csi» impersonato da William Petersen. Come si è arrivati alla morte di «questo» Gesù? si domanda Centini. Come è stato ucciso? I Vangeli raccontano balle o quel tipo di esecuzione era realmente praticata all'epoca? Ci sono altre testimonianze oltre a quelle cristiane sulla sua morte? Ne emerge un quadro storico della figura di Gesù e della sua vicenda estremamente chiaro e coerente. Non è facile leggere il libro di Centini, una sorta di «autopsia» della condanna e dell'esecuzione di un uomo in carne ed ossa. La descrizione particolareggiata della flagellazione, delle percosse, della crocefissione non fa sconti ai deboli di stomaco. Per sapere quello che accadde storicamente a Gesù bisogna avere la freddezza di un medico legale. Centini non ci risparmia nulla, fino a quel colpo di lancia sferrato tra le costole che provò la morte del condannato. Le conclusioni alle quali giunge il libro sono, infine, estremamente semplici. Fede o non fede chi va raccontando che si possa uscire vivi dai supplizi a cui fu sottoposto «quel» Gesù o è fesso o è in malafede. Gesù morì, probabilmente, per soffocamento dovuto allo stare appeso per le braccia. Una morte lenta e dolorosa, come spiega anche il filosofo Seneca. Dall'enorme mole di dati, scritti, ricerche archeologiche emerge inoltre che la scomparsa del corpo dal sepolcro è un fatto molto difficile da spiegare. Almeno per chi non ha fede.