L'uovo è kolossal
diANTONIO ANGELI C'è chi se ne va in vacanza «fuoriporta» (e oggi «fuoriporta» comprende anche Las Vegas) e chi invece le festività pasquali preferisce trascorrerle in santa pace in casa, nella sua città, finalmente, per un paio di giorni, svuotata dal clamore quotidiano. La Pasqua «casereccia» ha dei punti fissi irrinunciabili, specialmente per i romani de Roma, nati tali o anche acquisiti. Detti punti sono: a) l'abbacchio (per chi mastica poco di romanesco diremo agnello) al forno rigorosamente con patate, aglio e abbondante rosmarino. Visto che detto piatto fa venire una sete da cammello va accompagnato con vinello Frascati doc rigorosamente ghiacciato. Poi uovo di cioccolato, colomba e... mentre si smaltisce tutto morbidamente appoggiati in stato di pre-coma sul divano davanti alla televisione, l'immancabile kolossal di mezzo secolo fa in Technicolor. È un appuntamento fisso della Pasqua. La «parata» è iniziata lo scorso lunedì su La7 con «The Passion» di Mel Gibson, recitato in latino ed aramaico (meglio del sonnifero) e uscito, tra molte lodi e molte polemiche, nel 2004. Da allora non manca mai sulle «tavole» pasquali. Quest'anno La7 l'ha giustamente trasmesso senza interruzioni pubblicitarie. Ieri, nel bel mezzo del pomeriggio, Rete 4 ci ha ammannito un altro «immancabile»: «La Tunica», del 1953 di Henry Koster, il primo al mondo girato in CinemaScope. I mantelli sono di un rosso che sembra uscire dallo schermo e gli stucchi dorati sono talmente dorati che bisogna mettersi gli occhiali da sole. Tra gli interpreti: Richard Burton, Jean Simmons, Victor Mature, Michael Rennie. Non ne è rimasto vivo nemmeno uno. All'una e cinquanta, stesso canale, è passato «Secondo Ponzio Pilato», un Luigi Magni doc del 1987. Domenica di Pasqua è il trionfo del Technicolor d'annata. Mentre di mattina si sorseggia la cioccolata inzuppandoci dentro fette di salame (così vuole la tradizione), verso le nove su Italia 1 ci si potrà svagare con il cartoon «La grande storia di Davide e Golia», a seguire ancora un film d'animazione: «Il principe d'Egitto» che, chiariremo ai non esperti di cose bibliche, è Mosè. Per chi non è satollo la mattina di Iris propone il pasquale, ma fuori dagli schemi, «Il profeta» con Vittorio Gassman e Ann Margret, anno 1968. Stessa rete ore 14,45 un indeformabile «Jesus Christ Superstar» che dopo l'uscita nel '73 è stato un po' dimenticato e oggi vive un nuovo momento di successo sull'onda del vintage. La sera della domenica di Pasqua sarà grandiosa con «La Bibbia» di John Huston: il più discusso, costoso, lungo kolossal della storia del cinema mondiale. Alla faccia della realtà virtuale, oggi tanto di moda, nel '66 l'Arca di Noè venne costruita a grandezza naturale negli studi Ponti-De Laurentiis dalle parti di Pomezia e dentro ci infilarono due giraffe, due tigri, due elefanti. Veri. A Pomezia. A Pasquetta, dribblata la gita, saziati dall'abbondante pranzo, dopo aver decapitato a morsi il coniglietto di cioccolata e la pecorella di zucchero, alle 15,30 su Rete 4 si potrà assistere al classico filmone storico-pasquale: «Quo Vadis». Anno 1951, un cast eccezionale: Robert Taylor, Deborah Kerr, uno strepitoso Peter Ustinov che fa Nerone. E poi ci sono Petronio, Poppea, Ursus e Seneca, con pettinature che gridano vendetta e in una Roma tutta di cartone luccicante. Imperdibile. Tra i super-pasquali da ricordare anche «Ben-Hur». Come sfuggire a tutto questo? Le alternative sono Mr Bean, Braccobaldo, Beautiful e qualche vecchio Schwarzenegger. Ma i kolossal d'annata, in fondo, piacciono al pubblico che li premia sempre. Quando smetteranno di trasmetterli ci lamenteremo anche di quello.