L'ultimo sogno del principe romano
diGABRIELE SIMONGINI Camminare nel sogno di un principe. Passeggiare nell'ultima grande villa della nobiltà romana, nata nell'Ottocento per superare la magnificenza di Villa Borghese. Distesa a costeggiare via Nomentana, Villa Torlonia è il trionfo dell'eclettismo architettonico e della varietà botanica. È il luogo ameno in cui una passeggiata nel verde offre continue sorprese che permettono di viaggiare nelle tante epoche evocate dalle sale in stile egizio, etrusco, pompeiano, gotico, rinascimentale dei suoi edifici. Circondati da piante non sfoglianti tipicamente invernali visto che i Torlonia soggiornavano qui soprattutto in quella stagione, ci si imbatte anche nel Tempio di Saturno e in false rovine non ancora coinvolte dal piano di recupero della Villa che sarà completato con il restauro del Teatro e della Serra. In dimensioni ridotte è pure evocato il Lago del Fucino, prosciugato dai Torlonia. Peccato però che insieme all'altro specchio d'acqua sia ridotto a poco più di un acquitrino. Dopo la prima sistemazione che Giuseppe Valadier diede alla Villa acquistata da Giovanni Torlonia, a partire dal 1832 fu Alessandro Torlonia ad avviarne il rinnovamento affidato a Giovan Battista Caretti. Ecco allora l'ampliamento del Casino Nobile, la nascita del Casino dei Principi, i Falsi Ruderi, il Tempio di Saturno e via via il Teatro, l'odierna Limonaia, fino alle ideazioni di Giuseppe Jappelli con la Capanna Svizzera (poi trasformata in Casina delle Civette), la Serra e la Torre Moresca, il Campo dei Tornei. E poi, nel 1842, il grandioso progetto autocelebrativo di don Alessandro trovò il suo culmine nell'erezione di due obelischi in granito rosa e dedicati ai suoi genitori. Ma, come racconta Alberta Campitelli, direttore dell'Ufficio Ville e Parchi Storici della Sovraintendenza capitolina e protagonista del piano di recupero della Villa, «una passeggiata qui non è solo un'immersione nella natura e nel più fantasioso eclettismo architettonico ma anche l'occasione per ripensare ad alcune pagine della nostra storia e della nostra arte del 900». Dal 1925 al 1943 la Villa fu infatti la residenza di Benito Mussolini, che alloggiava con la sua famiglia nel Casino Nobile, utilizzando il Villino Medievale e la Limonaia per la proiezione di filmati e per le feste, mentre il Campo dei Tornei era adibito a campo da tennis. E durante la guerra lo spazio verde davanti al Casino Nobile fu trasformato in un campo di grano. Forse nel prossimo autunno sarà aperto al pubblico anche il bunker sotterraneo che il Duce aveva voluto per difendersi dai bombardamenti alleati ma che non fu mai finito. Ancora oggi le pareti in finto marmo del Casino Nobile, ci dice la Campitelli, «recano le tracce dei buchi impressi dalle freccette andate fuori bersaglio e lanciate dai soldati del comando anglo-americano che rimasero qui dal 1944 al 1947». L'edificio ospita oggi il Museo della Scuola Romana che da appena due giorni può vantare un nuovo allestimento, con 73 fra quadri e sculture ed 80 disegni: dalla parete con gli «Autoritratti» di Ferrazzi, Guttuso, Ziveri, Fausto Pirandello, alla magnifica «Lezione di piano» di Mafai o allo strepitoso «Nudo con scialle» di Adriana Pincherle fino alla coinvolgente periferia di Vespignani. «Chiunque passeggi a Villa Torlonia – dice ancora la Campitelli – ama entrare nella Casina delle Civette, tra i musei comunali più visitati anche per la sua atmosfera fiabesca e per le sue vetrate multicolori. Qui scelse di vivere, sorprendentemente se si pensa agli altri edifici più grandi e fastosi della Villa, lo stesso principe Torlonia». Nel Casino dei Principi poi fino al 17 luglio espone Mirko Basaldella (1910-1969), grande scultore visionario che conferma l'eccellenza artistica della sua famiglia, accanto ai fratelli Afro e Dino. Attento a tradurre la forza archetipa del mito secondo le inquietudini contemporanee, Mirko dà poi prova di sorprendente libertà e forza immaginativa nell'elaborazione di forme giocose ed essenziali in ferro policromo. Ma Villa Torlonia guarda anche all'avvenire sotto il segno della memoria: nel 2013 ospiterà il Museo della Shoah per ricordare le vittime dell'Olocausto. In questa Villa ancora immune dagli assalti di massa, passato, presente e futuro dialogano senza sosta.