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Le file ai botteghini, il silenzio dell'Osservatore Romano, l'ok di Tv2000, l'emittente dei Vescovi.

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Tuttoliscio per «Habemus Papam», il film di Nanni Moretti che racconta un Pontefice tanto terrorizzato della propria missione da finire in mano a uno strizzacervelli? La pellicola è intelligente, dicono quasi all'unisono i critici. Al Vaticano non è dispiaciuta. Ma il fronte cattolico che appariva compatto nel sorridere benevolo al semi-autarchico Nanni (l'opera è prodotta in parte dalla sua Sacher, in parte da Fandango e da Le Pacte ed è distribuita da Raifiction) ieri si è incrinato. «Avvenire» ha pubblicato il parere di monsignor Roberto Busti, che presiede l'associazione per le sale parrocchiali. Il vescovo giudica la pellicola «una ruffianata». Moretti, spiega, vuole introdurre in Vaticano un tema a lui caro, quello della psicanalisi. «Ma è troppo comodo tirare in ballo il Papa. Gli uomini si spaventano davanti alle responsabilità, ma non si può ridurre il Papa al personaggio di un film. C'è la fede, e di questo la storia non parla». Il quotidiano della Cei ospita anche un provocatorio appello di Salvatore Izzo. «Bocciamo Habemus Papam al botteghino - dice il vaticanista in una lettera al direttore, Marco Tarquinio - Di motivi per non vedere il film ce n'è almeno uno fortissimo, quello che ci hanno insegnato le nostre mamme: "Gioca con i fanti e lascia stare i santi". Il Papa non si tocca: è il Vicario di Cristo, la Roccia su cui Gesù ha fondato la Chiesa». «Sono d'accordo - dice Franco Zeffirelli a Il Tempo - Il film di Moretti è un insulto al Papa e alla fede. È un'orrenda meschinata. C'è ironia fuori posto. Soprattutto - s'accalora il regista di Gesù di Nazareth - mi dispiace per questo Pontefice, che non sarà un trascinatore, ma è molto civile e ragionevole. Fare ironia col veicolo cinematografico, che arriva a tanta gente, e soprattutto nel periodo pasquale, è una vergogna. Il pubblico va in sala per vedere come viene trattato il Santo Padre da un regista protetto per 40 anni dalla sinistra. Lo so bene io che invece per 40 anni sono stato perseguitato dalla sinistra». «Indignato» si definisce Lillio Sforza Ruspoli, Accademico Pontificio e nipote del Gran Maestro dei Sacri Palazzi. Il principe romano spiega: «Sabato sera ho assistito alla proiezione al Quattro Fontane. Ai titoli di coda ho strillato: "Viva il Papa!". La sinistra ha sferrato un attacco alla politica della Chiesa. E ha offeso la figura del Santo Padre, che di fronte alle difficoltà della Chiesa che non parla un linguaggio adeguato ai tempi non si sente di guidarla e si dimette. Moretti dimentica che i Papi, da Pietro a Benedetto XVI, sono scelti dallo Spirito Santo. Come accostare la scena bellissima del funerale di Giovanni Paolo II a quella in cui il collegio cardinalizio pare un gruppo di vecchi rimbambiti? La luce di Roma splende sul mondo, gli intellettuali di sinistra sono offuscati dalle tenebre». Spiccio lo scrittore Giuseppe Conte: «Anche da un punto di vista laico non è la psicanalisi che salva l'uomo». Invece per la Radio Vaticana il bello del film sta proprio nell'«essere molto umano, senza ironia, senza macchiettismo». Loda «la mano felice di Moretti, gli stratagemmi suedenti, anche se non è il suo capolavoro» Tv2000, diretta da Dino Boffo. Che domani manda in onda un'intervista al regista ateo.

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