di ANTONIO ANGELI «Spero che il film parli da solo», ha detto ieri Nanni Moretti alla presentazione del suo nuovo «Habemus Papam».
Mapoi, come ogni grande uomo di spettacolo, con un coup de théâtre, si è materializzato all'affollatissima proiezione stampa romana del film. Non ha rinunciato alla battuta: «Ma sì, ho voluto esserci, visto che faccio un film ogni...» morte di papa, è l'inevitabile conclusione. «Habemus Papam» è una bella commedia sulla storia di un Pontefice, interpretato da un grande Michel Piccoli, che a un certo punto si trova a non voler fare più il papa e ha bisogno di uno psicoanalista, interpretato dallo stesso Moretti, e anche di una psicoanalista: la bella Margherita Buy. Il film è da oggi nelle sale. A chi attendeva, anche in vista di Cannes, un film politico in stile «Il Caimano» Moretti risponde, e con una certa grinta: «Non sento di dover raccontare ai francesi, ma nemmeno ai portoghesi, quello che accade in Italia. Quando faccio un film ogni volta racconto la storia che voglio raccontare». E questa volta racconta, con un tocco ironico e delicato, la favola di un papa che non vuole fare il papa. La storia ci ha regalato un caso simile: Celestino V nel Duecento, ma Moretti precisa che non è a lui che, con i suoi co-sceneggiatori, Federica Pontremoli e Francesco Piccolo, si è ispirato. Anzi, il regista ha preferito evitare riferimenti diretti ai problemi della Chiesa di oggi. «Un anno fa, mentre stavo girando, sono scoppiati diversi scandali che hanno riguardato la Chiesa, ma ho preferito non lasciarmi travolgere da questi fatti. Habemus Papam è un'altra cosa». Nel film Moretti ha scelto di parlare «di questo personaggio fragile che si sente inadeguato di fronte a tantissimo potere. Un tema - ha aggiunto - che ho voluto raccontare all'interno di una commedia». E precisa che la parte di quel pontefice fragile e dubbioso è sempre stata di Michel Piccoli. Moretti è andato da Piccoli venerdì 14 agosto 2009. «Doveva dire alcune battute - racconta il regista - Le ha recitate e io gli ho detto che volevo lui. Io non ho mai pensato di fare quella parte». Anche se... «credo di essermi identificato sia nello psicanalista che nello stesso papa depresso. Un papa - ha continuato - che non a caso ho voluto vedere mentre girava in abiti borghesi per Roma, mentre prendeva un autobus o andava a teatro. Comunque c'è molto di me in tutti e due i personaggi». Ma Moretti non ha assolutamente voluto fare ironia sulle gerarchie ecclesiastiche. Più che il Vaticano prende in giro la psicoanalisi e gli psicoanalisti. «La presenza della psiocoanalisi nei miei film è forte - afferma - forse dovrei chiedermi perché». Il regista non si è fatto ossessionare dalla ricostruzione dei rituali del Vaticano e delle sue consuetudini... «comunque abbiamo letto molti libri e abbiamo visto alcuni documentari». Molte scene sono state girate nello splendido Palazzo Farnese, sede dell'Ambasciata di Francia, «che ha dimostrato una grandissima disponibilità», ha detto Moretti che ha subito precisato: «Non gratis». La Cappella Sistina è stata ricostruita a Cinecittà e alcuni esterni sono stati girati proprio in piazza San Pietro. Per l'occasione, spiega il regista, «ho fatto leggere la sceneggiatura a monsignor Ravasi, il ministro della Cultura della Santa Sede, volevamo far sapere che c'eravamo. Ma il mio rapporto con loro si è esaurito qui. Se la sceneggiatura non piaceva...» Ma la storia, non è un mistero, Oltretevere è piaciuta molto.