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IL GIRADISCHI a cura di Stefano Mannucci

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Quandoera "solo" il batterista dei Nirvana, Dave Grohl si dilettava a comporre brani destinati ad ammuffire nei suoi cassetti. Solo dopo la tragica morte di Cobain, Grohl si trasformò in un chitarrista ritmico di quelli che sparano riff ogni tre secondi, e cominciò a costruire il poderoso muro del suono dei Foo. Che tornano a incidere dopo quattro anni di silenzio, e che con "Wasting Light" confezionano l'album quasi perfetto: veloce come un missile, concreto come un blocco di granito, solido come può esserlo solo un incrocio fra l'hard rock più oltranzista e il power pop meno compromissorio. Naturalmente, l'ascolto è sconsigliabilie ai deboli di cuore e a chi cerchi un rimedio per le malattie nervose. Qui siamo nel cuore di una furia artistica in grado di far venir giù uno stadio, tanta è l'energia. In "Dear Rosemary" fa capolino l'ospite Bob Mould, ex Husker Du, mentre Krist Novoselic, ex terzo incomodo Nirvana, si accomoda al basso in "I should have known". Alzate il volume e arrendetevi. Voto 8 su 10

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