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Il primo extraterrestre

Trittico-gigantografia di Yuri Gagarin a Kiev

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Il 12 aprile del 1961 la Storia, quella con la «S» maiuscola, subì una sterzata. E fu, per fortuna, in meglio. Quel giorno, per la prima volta, un uomo lasciò la Terra, era il russo Yuri Gagarin. Iniziava l'era dei viaggi spaziali che, in qualche modo, scongiurò l'incubo di un confronto militare diretto tra le due superpotenze che avevano vinto la Seconda Guerra mondiale: gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica. Erano anni duri quelli dei primi Sessanta. La Seconda Guerra mondiale era finita da poco lasciando ferite profondissime sul pianeta e nel cuore degli uomini. Più che una pace, quella in corso, era una sorta di tregua dopo il terrificante rombo delle atomiche di Hiroshima e Nagasaki. Stalin era morto nel '53 e chi lo aveva seguito aveva sconfessato la ferocia della sua dittatura. Ma di sicuro non era un pacifista. Negli anni Cinquanta segretario generale del «partitone» russo divenne Nikita Krusciov, che non metteva fiori nei suoi cannoni. I due «blocchi», gli Usa da una parte e l'Urss dall'altra si fronteggiavano senza un filo di fiducia reciproca. Ed era un confronto squilibrato. Gli Stati Uniti potevano contare su basi strategiche in tutta Europa. Quelle russe erano decisamente più lontane dal suolo americano e questo dava allo Zio Sam un oggettivo, innegabile vantaggio. Insomma se fosse stata guerra i bombardieri americani avrebbero potuto raggiungere in un batter d'occhio il territorio russo e sganciare ordigni nucleari. Gli americani, invece, potevano stare un pochino più sicuri. Ma c'era un modo per cambiare quell'equilibrio in favore dei russi: con i missili. Quanto accidenti pesava una bomba atomica? Krusciov lo chiese ai suoi generali e poi fece ripescare dalla Siberia un certo Sergej Korolev, un ingegnere antipatico a Stalin, ma esperto in missili, e gli domandò: «Sei in grado di costruire qualcosa che porti un "pacco" da cinquemila chili dal territorio sovietico fin sopra New York?». E che doveva rispondere uno che aveva passato metà della vita in una miniera? Korolev rispose di sì. Il "pacco" in questione era la bomba termonucleare russa. Korolev mantenne la promessa e, per dimostrare al mondo la loro potenza, i russi il 4 ottobre 1957 misero in orbita il primo satellite: lo Sputnik. Ma non bastava. Il 12 aprile del 1961 stupirono ancora il mondo mandando oltre l'atmosfera terrestre un giovane con qualità eccezionali: Yuri Gagarin, eccellente pilota, coraggioso, ottimista e... non troppo alto di statura. Perché la navicella, la Vostok, che in russo vuol dire «est», non è che di spazio ne avesse molto. Gli americani rimasero a bocca aperta. E accettarono la sfida. Una sfida fatta di scienza, sapere e tecnologia. E non solo di distruzione.

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