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Fenomeno Terence Hill

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diCARLO ANTINI Con quella faccia un po' così può fare tutto. Dalla spalla atletica che schiva i pugni accanto al peso massimo Bud Spencer fino al successo commerciale di Don Matteo che gli ha regalato una seconda giovinezza artistica. Una decina d'anni fa, la rivista americana «Time» ha pubblicato la classifica degli «attori italiani più famosi del mondo», nella quale Bud Spencer occupava il primo posto, seguito da Terence Hill al secondo. A furia di menar le mani si guadagna anche il rispetto a stelle e strisce. La sua carriera cominciò per caso grazie a un tuffo in piscina. Dino Risi lo notò durante una gara di nuoto e non se lo lascio sfuggire. Ma l'incontro che gli cambiò la vita fu quello con Carlo Pedersoli, meglio noto come Bud Spencer. I due si incontrarono sul set di «Dio perdona...io no!». Partecipare fu un caso: fu scelto per sostituire Peter Martell, ufficialmente vittima di un incidente a cavallo durante alcune riprese. In realtà lo stesso Terence Hill racconta: «Accadde che l'attore che doveva fare il gatto, Peter Martell, litigava sempre con la fidanzata e una sera, durante una lite violenta, le tirò un calcio ma lei si scansò, colpì il muro e si ruppe un piede». Le botte, insomma, sono sempre state amiche sue. E per caso Mario Girotti scelse il nome d'arte. La produzione gli chiese di sceglierne uno entro 24 ore. Scelse «Terence Hill» perché suonava bene e perché le iniziali erano le stesse del nome e cognome di sua madre (Hildegard Thieme). Dopo 18 film «epocali» con Bud Spencer, il successo gli ha sorriso di nuovo in tv, con le fortunatissime puntate delle serie «Don Matteo». Ora smessa la tonaca scende dalla bicicletta e sale a cavallo per diventare una guardia forestale dal passato misterioso: l'attore torna da domenica su Raiuno con «Un Passo dal Cielo». Pietro, questo il nome del protagonista, si muove agile tra i sentieri, le pareti, i paesi e i laghi alpini dell'Alta Pusteria. «Sono felice di aver avuto questa possibilità - spiega Terence Hill - perché sono un amante della natura. Pietro è un personaggio che sento mio e che, attraverso le sue vicende, ci permette di parlare di temi come l'ecologia, il rispetto per l'ambiente e per gli animali». Noi, però, preferiamo ricordarlo nella famosa scena de «Lo chiamavano Trinità», quando mangia avidamente e in un sol fiato una padella intera di fagioli stufati e beve una brocca di vino. La leggenda vuole sia stata realizzata al termine di un digiuno di 48 ore ed è stata girata una volta sola. Che fenomeno Terence Hill.

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