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Renato Caccioppoli il ribelle burlone che dava del «tu» alla matematica

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Ildocente svolse la sua lezione senza fare una piega. Alla fine, prima di uscire, salutò e disse «...guardate che qualcuno ha dimenticato il cappello sulla cattedra». Il professore in questione è il massimo matematico italiano del Novecento: Renato Caccioppoli, docente all'Università di Napoli, eccentrico e polemico quanto geniale. Renato Caccioppoli nacque nel 1904 a Napoli, figlio di un brillante chirurgo e di Sofia Bakunina, a sua volte figlia del rivoluzionario russo Michail Bakunin. Le eccezionali capacità scientifiche di Caccioppoli lo salvarono da brutte esperienze, ma non dal suo tormento interiore. In pieno Ventennio non nascose mai il suo viscerale antifascismo. Una volta che Mussolini era in visita a Napoli ingaggiò un'orchestrina che suonasse la «Marsigliese», mentre lui arringava la folla con discorsi contro il fascismo e il nazismo. Ovviamente attirò l'attenzione della polizia segreta fascista che lo fece subito arrestare. Si salvò un po' perché era un famoso professore, ma anche perché, alla fine, lo consideravano tutti un po' pazzo. Una volta passeggiava in canottiera e impermeabile (che per lui era una sorta di «divisa») e incappò in una retata antiprostituzione. Scambiato per un barbone fu arrestato. Lui protestò, affermando di essere un professore universitario. Gli agenti vollero controllare e chiamarono l'ateneo Federico II chiedendo se qualcuno conosceva questo Caccioppoli. Non si sa chi fu a rispondere, comunque disse: «Se è un uomo in canottiera e impermeabile è lui, lasciatelo libero». Nel 1959 Renato Caccioppoli si tolse la vita con un colpo di pistola. A lui Mario Martone ha dedicato il film «Morte di un matematico napoletano». Numerosi i libri che raccontano la sua vita. Tra i «grandi» scomparsi deve assolutamente essere ricordato il professor Federico Caffè: insigne economista, pioniere delle dottrine keynesiane in Italia nacque a Pescara nel 1914. Il 15 aprile 1987 uscì dalla sua casa romana: di lui non si seppe più nulla. A. A.

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