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di SIMONA CAPORILLI Alex mette su il vinile con «What i feeling».

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Iniziaa ballare, si blocca. Gli occhi sono puntati su di lei ma appena il disco inizia di nuovo a girare la platea appare divertita. Uno di loro, quello più austero con il sigaro in bocca, inizia anche a ticchettare con il piede per terra. siamo a Pittsburg, Stati Uniyti. Ed è il 1983. «Flashdance», dal film al musical, è la storia che ciascuno di noi vorrebbe vivere. C'è Alex, la protagonista, che è un'operaia. Per tirare avanti va ogni giorno a lavorare in un acciaieria. La madre sgobba dentro una lavanderia. Ora questo lavoro - c'è chi l'ha visto al cinema e invece chi, più giovane, se lo è guardato in televisione - in forma di musical (della Stage Entertainment, gli stessi de «La Bella e la bestia») sbarca a Roma, dal 13 aprile al 22 maggio al Teatro Brancaccio. C'è un «però». E si tratta delle musiche, anima dello spettacolo che il pubblico andrà a vedere. Le canzoni, infatti, sono state tradotte perché «Un musical è un racconto, non è un concerto», ha tenuto a precisare Barabara Salabè, della Stage. Scendiamo nei particolari. Non potevano di certo mancare i cavalli di battaglia del film: cinque brani in puro stile anni Ottanta, dei veri e propri evergreen e non solo per i cultori del genere: naturalmente «What a feelng» ma anche «She's maniac», «Manhunt» e «Gloria». Ad arricchire il tutto dodici nuove canzoni, originali. E se è vero che la culla del musical è a Broadway, è vero anche che all'estero ci invidiano tecnici e registi di questo genere: in questo caso, tra i ballerini e gli altri, sono cinquanta le persone coinvolte, per un totale di duecento costumi. La regia è di Federico Bellone, la supervisione di Gleen Casale, le coreografie e i Gail Davies. E c'è una curiosità: per far conoscere ai romani il musical, la compagnia ha pensato bene di dare un assaggio dello spettacolo: un flash mob in piazza di Spagna il 9 aprile alle 16, sulle note di «Maniac». Per chi volesse partecipare attivamente, i passi si possono imparare sulla pagina Facebook di «Flashdance». L'effetto vintage è assicurato. Quali sono gli interpreti? A calarsi nei panni della protagonista Alex Owens c'è Marta Belloni, nata a Milano nel 1979. Il bel Nick Hurley (sì proprio quello che nel film l'aspetta fuori dalla scuola di ballo con un mazzo di fiori in mano, con tanto di cane infiocchettato al seguito, il sogno di ogni giovane ragazza) ha il volto di Filippo Strocchi, modenese di natali. «Stiamo parlando - ha commentato il regista Bellone - di un cult degli anni Ottanta. Lo sceneggiatore pensò bene di portare sul palco le immagini iconiche di questo film. Sviluppando per il teatro le idee cinematografiche. Lo spettacolo - ha continuato - è ricco di effetti, e parla di una storia reale, il sogno di fare un mestiere indirizzato a pochi fortunati». Alla presentazione, ieri alla Centrale Montemartini di Roma, anche Lucia Bocca Montefoschi, direttrice del Brancaccio, Barbara Salabè, amministratore delegato di Stage e Dino Gasperini, assessore alla Cultura del Comune. Per concludere in bellezza: come è già successo per «La Bella e la bestia», anche stavolta ci sarà un'orchestra dal vivo.

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