L'orgoglio del Made in Italy
Premi Nobel, treni superveloci, navi transoceaniche che facevano invidia a tutti per il lusso che offrivano ai passeggeri. E ancora materiali ultraresistenti che avrebbero fatto epoca, ristoranti a ponte sull'autostrada pronti a cambiare le abitudini di viaggio degli italiani. C'è stata un'epoca in cui il Made in Italy faceva tendenza nel mondo. Davvero. Erano gli anni del boom economico e scientifico. Erano gli anni Cinquanta e Sessanta e l'Italia viaggiava veloce come il suo Settebello, il treno che nel '53 sorprese l'Europa per il suo mix di tecnologia ed eleganza. In quegli stessi anni in Italia c'erano scienziati all'avanguardia, artefici di importanti scoperte come la molecola di polipropilene isotattico che, dal laboratorio del futuro premio Nobel Giulio Natta, si trasformò negli impermeabili Pirelli degli anni '60. Non mancava l'ironia nella falcata dell'omino Facis, il cui manifesto recitava «confezioni per uomo, ragazzo e giovanotto» che Armando Testa suggeriva di andare «di corsa a indossare». E ancora oggetti, disegni, pubblicità, immagini e brevetti originali per raccontare la grande creatività tecnico-scientifica del nostro Paese, la nascita di una nuova identità sociale nazionale. Tutto questo sarà aperto al pubblico da venerdì negli spazi dell'Archivio Centrale dello Stato di Roma, all'Eur, dove sarà allestita la mostra «Copyright Italia - Brevetti, Marchi, Prodotti 1948 - 1970». Enel avrà uno spazio espositivo tutto suo, intitolato «Uniti dalla luce», che ripercorrerà la storia dell'evoluzione della rete elettrica, raccontando come l'energia abbia contribuito a unificare l'Italia attraverso l'elettrificazione, a cambiare gli stili di vita degli italiani e a sviluppare nel tempo una cultura dell'efficienza energetica. «È una delle mostre su cui abbiamo lavorato e scommesso di più - ammette Giuliano Amato, presidente del comitato per le celebrazioni di Italia 150 - Si colloca perfettamente nel racconto di ciò che l'Italia unita ha creato, non solo nel campo dell'arte e della cultura, ma anche nella creatività, nell'economia e nello sviluppo industriale del Paese». Introdotta da due pannelli con i 12 articoli della Costituzione sul tema della libertà civile e d'impresa, la mostra (che resterà aperta fino al 3 luglio) sarà innovativa anche dal punto di vista espositivo e ruoterà intorno a 14 «oggetti madre» made in Italy e alle scoperte e ai cambiamenti che a essi si legarono. Un percorso ricco di più di 400 testimonianze d'epoca «per dimostrare - conclude il direttore generale degli Archivi di Stato, Luciano Scala - che l'Italia non è sempre stata ferma e che miracolo non fu, perché i presupposti di quei vent'anni gloriosi esistevano già nei decenni precedenti».