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di ANTONIO ANGELI Ma chi accidenti era Lawrence d'Arabia? Un personaggio mitico eppure (e questa è una delle poche cose certe) realmente esistito.

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Sì,Lawrence d'Arabia come i dischi volanti, l'Area 51, gli uomini in nero, l'ufo-crash di Roswell. A lui sono stati dedicati libri e documentari, saggi e romanzi: tutti molto diversi. Con una sola cosa in comune: sono pieni di punti interrogativi. Chi cerca certezze storiche le troverà nella bella biografia di Franco Cardini «Lawrence d'Arabia», del 2006, Sellerio editore, 10 euro. Un libro che esamina con assoluto rigore la «doppia anima», europea e araba, del personaggio. L'ultima biografia, in ordine di tempo, è invece di Francois Massoulié: «Lawrence D'Arabia», Giunti, 7 euro. Una biografia molto «ortodossa». Ma i misteri attorno a El Aurans Iblis, Lawrence il demonio, come lo chiamavano i suoi amici beduini, sono veramente tanti. A cominciare dal nome e dalla data di nascita. Ufficialmente Thomas Edward Lawrence nacque a Tremadoc, sperduta cittadina del Galles, il 16 agosto 1888. Ma il nome è uno dei tanti e la data è solo presunta. Come sarebbe a dire? Nel Galles c'era e c'è ancora un'anagrafe: i documenti sono lì. Sì, ma nella sua pur breve esistenza, morì (o così almeno sembra) a 46 anni, Lawrence d'Arabia cambiò identità almeno tre volte. Comunque fu un figlio illegittimo di un padre che non si chiamava Lawrence e di una madre che, ugualmente, non portava questo nome. Lawrence (in qualche modo dobbiamo pure chiamarlo) è stato un grande letterato, tra i suoi lavori una traduzione dell'Odissea di Omero dal greco antico, ma anche un guerrigliero spietato. La sua «carriera» iniziò sotto il segno del prestigio e del mistero: arrivò ragazzino ad Oxford dove, sembra, fece parte della oscura associazione segreta denominata «Tavola rotonda». Effettuò numerosi viaggi in Medio Oriente e presentò una tesi di laurea sui crociati. Questa passione per il mondo arabo segnerà tutta la sua vita. Nei primi anni del Novecento farà parte di una spedizione archeologica del British Museum tra Siria e Turchia. Saprà bene come barcamenarsi con manoscritti e antiche rovine: Lawrence è stato un po', tra le altre cose, una specie di Indiana Jones, raffinato studioso, ma anche in grado di sopportare la vita aspra della tenda e capace di organizzare veri colpi di mano. Entriamo così nella parte più certa (se così si può dire) della sua vita, quella della cosiddetta Rivolta Araba. Nel bel mezzo della Prima Guerra mondiale Lawrence si trovò a fare l'agente segreto al Cairo e, quando a Sua Maestà britannica apparve opportuno sfruttare i malumori di alcune tribù nomadi contro l'Impero Ottomano, Lawrence finì per comandare un piccolo esercito arabo (ma non molto piccolo) in azioni di guerriglia e sabotaggio. Al di fuori di qualunque gerarchia militare Lawrence è stato definito un abilissimo stratega, ma anche un avventuriero, il più esperto di tutti i guerriglieri, una specie di profeta... A chi rispondeva veramente El Aurans Iblis? Mah, alla corona britannica probabilmente, ma un po' malvolentieri, visto che nel 1919 si dimise dall'incarico (un po' fantasioso) di consigliere politico degli Affari Arabi, rifiutò sdegnosamente il titolo di viceré delle Indie e nemmeno ritirò la «Victoria Cross» per le sue brillanti azioni militari, voltando letteralmente le spalle a Re Giorgio V che comunque gliela attribuì. Lawrence, che molti studiosi hanno definito un mitomane, rispondeva soprattutto a se stesso e a un suo disegno. Che però non si avverò mai. Impossibile sapere quale fosse questo disegno, che probabilmente prevedeva la creazione di una nazione araba. Certo è invece che durante le sue azioni di guerriglia fu fatto prigioniero da un plotone di soldati turchi i quali, ignorando la sua reale identità e vedendolo biondo e magrolino, lo violentarono ripetutamente. Qualcuno, anche per questo episodio, disse che Lawrence era omosessuale. Altri che, proprio per questa violenza, sviluppò torbide passioni sado-masochiste. Per alcuni invece, tornato in Gran Bretagna, ebbe una lunga relazione con una donna che però non sposò mai. La vera ciliegina sulla torta del mistero è la morte. Lawrence, ufficialmente, si schiantò nel 1935 con la sua «Brough Superior SS100», la più bella e potente moto dell'epoca, nel sud dell'Inghilterra. Pochi giorni dopo avrebbe dovuto incontrare, per motivi mai chiariti, Adolf Hitler. Fu ucciso? Morì davvero? Impossibile rispondere a queste domande, a meno di leggere l'interessante saggio: «Un diario dall'aldilà. Confessioni post-mortem di Lawrence d'Arabia raccolte dall'autrice attraverso la scrittura automatica», scritto dalla medium Jane Sherwood nel 2002 e pubblicato in Italia da Sovera editore. Per chi vuole crederci.

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