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Marco Corvino è invecchiato

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Ilgiovane cronista coinvolto nel caso dello spietato serial killer noto come «Il Carezzevole» si è sposato, ha fatto un figlio, si è separato. È diventato un cronista esperto. Ma è costretto a lavorare sotto capi giovani, rampanti e incompetenti. Malgrado ciò, le sue intuizioni, anche in questo noir metropolitano che rappresenta l'ultima fatica di Massimo Lugli (finalista al premio Strega con il suo «L'istinto del lupo») lo portano vicino alla soluzione del giallo. Una vicenda, come sempre, torbida, che offre uno squarcio sulle sette sataniche, su pratiche e rituali esoterici, messe nere, sensitivi, veggenti o pseudo tali, seguaci del Condomblé e della Santeria. Marco ci si butta a peso morto, pervaso da una crisi esistenziale e professionale che mostra come sia cambiato (in peggio) il mestiere del giornalista e svela un nuovo volto della Capitale. Alll'inizio Corvino si imbatte in autentici millantatori, falsi maghi e veri imbroglioni. Con qualche rara eccezione sono persone che non possiedono alcun potere paranormale e che sfruttano le credenze, i problemi e la disperazione della gente per fare soldi. Andando avanti, però, imboccherà la pista giusta, scoprendo un raccapricciante giro di pedopornografia. Anche questa volta, come nel caso del «Carezzevole», Corvino sarà coinvolto personalmente e profondamente nelle sue ricerche, trasformandosi da osservatore in protagonista e rischiando perfino di smarrire il suo equilibrio psichico. La sua vita diventerà ostaggio del terrore. Le sue notti trascorrerando in bianco e Marco riuscirà a farcela solo grazie alla sua esperienza professionale e alla conoscenza del Tai Chi, l'antica arte marziale cinese divenuta ginnastica e tecnica di medicina preventiva. Al di là della macabra storia, come dicevamo, il lavoro di Lugli ci offre la possibilità di scoprire come sia cambiato il modo di fare informazione, cedendo alla ragion di tiratura, abdicando alla superficialità della televisione, accettando sempre più spesso la manipolazione della notizia per compiacere il lettore nella speranza di aumentare le copie vendute. E così stravolgendo letteralmente la natura del «mestiere», oltre a tradire la fiducia delle fonti. Tendenze che Corvino combatte come un Don Chisciotte solitario, sapendo già che la battaglia finirà con la sconfitta e subendo i ricatti redazionali di capi guidati più dal marketing che dalla deontologia. Nel suo romanzo più maturo e completo («L'Adepto», Newton Compton, pagg. 288, euro 9,90) il veterano di cronaca nera Lugli dà il meglio di sè, conducendoci per mano in un racconto avvincente, inquietante e affascinante. E facendoci perdere per strada ogni certezza. Perché nulla è mai veramente quello che sembra.

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