Torna il «Report» di Gabanelli
Apartire dall'accordo con Chrysler, «Report» cerca di raccontare qual è il piano strategico di Fabbrica Italia e come è possibile realizzarlo, in particolare alla luce dell'alleanza internazionale e dello scorporo in due gruppi della vecchia Fiat. Cambiano le condizioni dei lavoratori, cambia il peso della famiglia Agnelli dentro l'azienda e, analizzando i passaggi che stanno trasformando il gruppo, si può intuire se le carte verranno date a Torino o a Detroit. La ricostruzione degli anni Marchionne in Fiat, a partire dal prestito convertendo, con tanti protagonisti, da Matteo Arpe ad Alessandro Profumo, Cesare Romiti, sindacalisti, lavoratori, analisti. E poi lungo e inedito contraddittorio con Sergio Marchionne realizzato da Giovanna Boursier al salone dell'auto a Ginevra, dove si chiarisce anche la questione della residenza fiscale e quanto il manager della Fiat effettivamente contribuisce al fisco italiano. Sempre nella prima puntata, anticipa invece Gabanelli, un aggiornamento su Finmeccanica, su «come sta proseguendo l'inchiesta, i rapporti con la Libia e il giro di parentele sulle poltrone». Tra temi delle inchieste successive, le trappole nella rete: chi ci segue mentre navighiamo da un sito a un altro su Internet? Chi ci controlla quando facciamo ricerche con Google? Chi ci censura mentre comunichiamo su Facebook? Libertà e violazioni della privacy quando si usano i social network, tra opportunità e rischio. E ancora: l'Italia non è un Paese per giovani, puntata dedicata, tra l'altro, alla mancanza di politiche adeguate per il welfare e a un modello in cui i giovani erodono il risparmio di famiglia; l'azzardo, un settore in continua espansione che vanta un giro d'affari da 61 miliardi di euro. E poi «Report» entrerà nei meccanismi per concorsi per vedere come si recluta la classe dirigente, puntando in particolare le telecamere su Bologna, «una città bloccata perchè commissariata da un anno e mezzo», sottolinea Gabanelli. Din. Dis.