di SARINA BIRAGHI Tutto, ma proprio tutto.

Enon soltanto quando si parte per il week end. La borsa delle donne è uguale a quella di Mary Poppins, contiene l'utile e il superfluo, la sorpresa e la magia, ma soprattutto l'intimità e i segreti. Per questo chiedere «cosa hai nella borsa» è una domanda indiscreta che non troverà mai una risposta completa, per questo mettere le mani nella borsa di una donna è un gesto decisamente imperdonabile che può provocare una litigata furiosa e anche di più. Ma cosa ci può essere mai di così importante o strano dentro una tracolla o una fashion bag? Per farsene un'idea bisogna osservare una donna, guardare bene la sua faccia e le dimensioni della sua borsa, quasi sempre un oggetto del desiderio pensato intensamente e scelto accuratamente tra le griffe più gettonate. Per alcune è un pezzo di sé, per altre una piccola casa, per tantissime una coperta di Linus. A violare il sancta sanctorum dell'altra metà del cielo ci hanno pensato due uomini: un videoartista, Pierre Klein e un sociologo Jean-Claude Kaufmann che hanno realizzato la mostra «Elles vident leur sac» (Hanno svuotato le loro borse) al Salon du Panthéon di Parigi (fino al 31 marzo). Come ha scritto Le Monde, «hanno frugato nelle sacche di cinquanta signore per una volta consenzienti a svelare la loro intimità». Klein ha girato un video mentre le donne tiravano fuori i loro segreti e poi ha composto gli oggetti su carta fucsia ricavandone cinquanta fotografie/nature morte che ha messo in mostra. Kaufmann nel frattempo ha raccolto le confessioni in un libro «Le sac, un petit monde d'amour». Eccoli in bella mostra dunque gli oggetti che le donne portano ogni giorno con loro, al lavoro, in palestra, dal dentista o a passeggio: cellulare, chiavi, portafogli, penna, agendina, blocco per appunti, rossetto, profumo, fazzolettini (qualcuno appallottolato da mesi), sigarette, assorbenti, crema per le mani, specchietto, fard, spazzolino, fermaglio per capelli, aspirina, calze, berretto, sciarpina, ombrellino, chewing gum, tica tac sparsi, libro, mela, bottiglina d'acqua e persino spray urticante e preservativo. Oggetti utili, che potrebbero servire o che danno sicurezza mischiati a quelli apparentemente inutili o portafortuna: una conchiglia, un paio di foto, una lettera d'amore, un bigliettino di auguri, l'indirizzo di un ristorante, la brochure di un albergo... piccoli ricordi d'accarezzare con uno sguardo durante la giornata, da annusare per riprendersi quando non va... Gli oggetti della quotidianità, uno spaccato di vita che lascia intuire se la proprietaria della borsa è una donna in carriera, una mamma apprensiva, un'amante insoddisfatta o, come scrive Nora Ephron, la famosa sceneggiatrice di «Harry ti presento Sally», una cronica disorganizzata. Una borsa è un mondo, da tenere segreto ma nello stesso tempo da esibire, da scoprire e da interpretare. Un mondo di libertà.