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Supermax fa ridere (soprattutto) in radio

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Stiamoparlando dei famosi pacchi nel preserale. Ma il comico va in onda anche su Radio 2 Rai con «Supermax», dal lunedì al venerdì dalle 11 alle 12.30: e fa più ridere lì che sul piccolo schermo. Eh sì, perché quando il pubblico lo vede in televisione, il conduttore appare troppo imbrigliato nel programma. Sempre le solite formule, sul genere «Apra», «Il pacco X», «Il pacco Y» e via dicendo. In radio (l'ospite di oggi sarà Rocco Papaleo) al contrario, può dare il meglio di sé, invitando personaggi che, a conti fatti, un sorriso riescono a strapparlo. Ora il comico rilancia, e lo fa con uno spettacolo che prende il titolo di «Supermax», proprio come la trasmissione radiofonica dal quale nasce. Il tour con Max Giusti e la sua band partirà dalla Capitale - al Palatlantico in viale dell'Oceano Atlantico 271 - venerdì 25, il 26 e il 27 marzo prossimi. Non mancheranno le incursioni dei protagonisti che hanno decretato il successo della trasmissione: dallo scatenato rapper di Macerata McIlvano, al calciatore della Roma Adriano fino al conte di Ramacca (Malgioglio). Veniamo al dunque. In «Supermax» - la spalla è Francesca Zanni - non mancano di certo le imitazioni (il Premier non viene risparmiato, Rossella è un cavallo di battaglia) per chi, come il comico Giusti, si è cimentato anche nel cinema, più specificatamente nel doppiaggio (ve lo ricordate in «Cattivissimo»?). Come non mancano ricordi folkoristici del comico da giovane: era davvero piccolo quando i suoi genitori, per andare al mare vicino a Roma, partivano alle 7 in punto. O quelli legati alla mitica figura di Vito Recchia, che gli insegnava il modo migliore per abbordare le ragazze. Azzeccata la scelta di fare «il meglio della puntata precedente» a inizio trasmissione: nel frattempo il pubblico in studio (a via Asiago) si fa sentire con fischi di incitamento e applausi. Tra gli extra anche il divertente personaggio della Contessa di via Asiago - un radiodramma - che si dimena tra personaggi finti e storicamente esistiti come Mameli (d'altronde siamo in tempi di Unità). D'altronde secondo il Castello di via Asiago «mi sembra ieri che siamo partiti con i centomila garibaldini: centomila secondo gli organizzatori, mille secondo la questura».

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