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Il fascino di Dylan Dog conquista Hollywood

Dylan Dog

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Un anti-eroe bello e impossibile che conquista ragazzi e adulti, uomini e donne, con la sua capacità di essere a proprio agio più nel mondo sovrannaturale che nella realtà quotidiana. Tanto da poter fare il l'Indagatore dell'Occulto di professione per scoprire il mostro che alberga in ogni persona. Con queste caratteristiche approda a Hollywood «Dylan Dog Il film», diretto da Kevin Munroe e da oggi distribuito in 300 sale da Moviemax. La pellicola, già presentata (in una versione di soli 20 minuti) al Festival di Roma, è in anteprima mondiale in Italia, oltre un mese prima che esca in Usa. In tutti i suoi casi Dylan si cala in situazioni che puntano sempre il dito contro l'unico vero mostro, l'umanità. Lui non è un semplice dongiovanni, si innamora puntualmente, anche se le sue storie poi finiscono male. Nato dalla penna italiana di Tiziano Scalvi, ma residente a Londra, Dog è uscito per la prima volta con l'albo dal titolo «L'alba dei morti viventi» (episodio a cui s'ispira il film di Munroe) nell'ottobre del 1986 per l'editore Sergio Bonelli. Ed è subito successo. Tanto da arrivare a vendere 56mila copie, vantando il maggior numero di pubblicazioni al mondo. «So bene che i fan si potranno irritare vedendo il mio film - ha detto il regista Munroe, ieri a Roma - Ma il fumetto è una cosa e il cinema un'altra. Siamo comunque rimasti fedeli allo spirito di Dylan Dog e abbiamo usato meno scene splatter perché la pellicola sia godibile anche ai ragazzini. Certo, leggendo il fumetto italiano il personaggio è molto più profondo ma noi abbiamo realizzato un film per un pubblico vasto e popolare». E il suo biglietto da visita riassume il suo stile di vita da bohémien: «Nessun battito? Nessun problema».

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