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L'onda dello tsunami travolge Hollywood

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diDINA D'ISA Spesso la fantasia supera la realtà e Clint Eastwood certo non immaginava che quelle scene drammatiche sullo tsunami asiatico del 2004, rifatte al computer in «Hereafter», sarebbero diventate entro breve tempo di stretta attualità. Immagini però troppo scioccanti per chi quell'infermo l'ha appena vissuto e che hanno indotto la Warner Bros a ritirare dai cinema giapponesi la pellicola del regista americano, perché «inappropriata» in questo momento. «Hereafter», l'ultima fatica di Eastwood, era uscito in Giappone a febbraio in 180 sale e, secondo il programma originale, doveva restarci fino alla fine del mese. Ma l'orrore per il terremoto e il successivo tsunami che hanno sconvolto il Paese del Sol Levante hanno convinto la Warner Bros a ritirare la pellicola, bloccando inoltre l'uscita de «Il Rito», horror sull'esorcismo con Anthony Hopkins, rinviato a data da destinarsi. Ritardato in Giappone dalla Sony anche l'arrivo di «Battle: Los Angeles» di Jonathan Liebesman: tutta quella catastrofe, la città distrutta dagli alieni e le macerie, ricordano troppo lo tsunami in Giappone. La paura ha contagiato anche il set del film «Breaking Dawn», ultimo capitolo della saga dei vampiri di Twilight: l'intero cast è stato evacuato in fretta e furia dalle spiaggie dell'isola di Vancouver in Canada dove stavano girando le riprese dell'ultima pellicola della serie, proprio per l'allarme tsunami lanciato in seguito al sisma che ha sconvolto il Giappone. Da «Hereafter» a «Terrore nel mare del nord» di Winfried Oelsner, l'incubo del mare che si gonfia a seguito di un terremoto e semina la morte sulle coste è raccontato in diversi film. Maremoti assassini anche in «Senza fuga. Allarme Tsunami» di Michael Kestenbaum (2007), oltre che in «The Impossible», thriller diretto da Juan Antonio Bayona, ispirato da una storia vera accaduta nel corso dello tsunami che ha travolto le coste della Thailandia nel 2004, e girato in parte proprio sul luogo della tragedia. «Terrore nel mare del nord» è incentrato sulla storia di Svenja, una giovane diplomata americana, che ha il compito di indagare sull'omicidio del responsabile di una piattaforma petrolifera al largo delle coste tedesche. Prima ancora di capire i motivi dell'omicidio, la ragazza si vede costretta a fuggire da un'onda anomala di spaventose proporzioni scatenata da un gruppo di uomini senza scrupoli, che genereranno cavalloni giganti durante tutto il film. In «Senza fuga. Allarme Tsunami», ambientato in Usa, le ondate non scaturiscono invece da cause naturali, ma sono il risultato di una sperimentazione nucleare del Governo. Mentre in «The Impossible», ispirato a storie realmente accadute durante il terremoto thailandese del 2004, Maria (Naomi Watts), Henry (Ewan McGregor) e i loro tre figli, vengono travolti da un muro d'acqua che d'improvviso si abbatte sull'hotel nel quale alloggiavano per le vacanze invernali. Esattamente come accadde nella realtà e come è accaduto nuovamente in Giappone. Il cinema allarmistico, tra attentati (come «Danni collaterali» di Schwarzenegger che anticipò il disastro delle Torri Gemelle) e premonizioni catastrofiche (sul genere di «2012» che evoca la fine dei Maya), da sempre appassiona spettatori di mezzo mondo. Ma quando, a volte, certe fantasie cinematografiche diventano realtà, forse, non ha davvero senso esorcizzarle censurando dei film che, peraltro, gente distrutta da tsunami e terremoti non avrebbe davvero la testa per andare a vedere.

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