Intramontabile commedia
Domina gli incassi al botteghino e conquista il cuore degli spettatori senza tentennamenti. È il destino della commedia italiana degli ultimi mesi, un filone che continua a soddisfare produttori, critica e pubblico. Per la dodicesima settimana consecutiva, la commedia italiana si conferma genere preferito dal pubblico del grande schermo. Mentre «Manuale d'amore 3» di Giovanni Veronesi (programmato in oltre 600 sale) resta al comando nel box office con un incasso globale che si avvicina ai 6 milioni. Se al secondo posto c'è «La vita Facile» di Lucio Pellegrini con Stefano Accorsi, Pierfrancesco Favino e Vittoria Puccini, al decimo resiste la commedia di Fausto Brizzi «Femmine contro maschi» (incasso totale 11.263.742). Ma la corsa continua. Già oggi verrà presentato il prequel di «Amici miei Come tutto ebbe inizio» di Neri Parenti, con un cast che promette risate e divertimento. Le avventure della compagnia di toscanacci si spostano questa volta nella Firenze della fine del '400, alla corte di Lorenzo De' Medici. Duccio (Michele Placido), Cecco (Giorgio Panariello), Jacopo (Paolo Hendel), Manfredo (Massimo Ghini) e Filippo (Christian De Sica) sono protagonisti di scherzi e vicende vissute nell'intento di prolungare lo stato felice della giovinezza e fuggire dalle responsabilità della vita adulta. E nemmeno la peste li fa desistere dalle loro zingarate. Nonostante le polemiche dei tanti fan affezionati ai film di culto «Amici miei» (atto I e II) di Mario Monicelli (con Ugo Tognazzi, Philippe Noiret, Gastone Moschin, Duilio Del Prete, Adolfo Celi e Renzo Montagnani), il successo sembra assicurato e il produttore Aurelio De Laurentiis farà ancora centro. Ci fu anche un «Amici miei» (atto III del 1985) di Nanni Loy che non sortì però il risultato dei precedenti episodi monicelliani. Gli ingredienti delle varie commedie oggi al cinema sono tra loro molto simili. Spesso c'è la coppia dei Buddy Movie, come in «Una cella per due» con Enzo Salvi e Maurizio Battista alle prese con gli scherzi della giustizia. Altre volte si rievocano vecchie trame riuscite, come nel caso di «Tutti al mare» (con Gigi Proietti) dove Matteo e Vincenzo Cerami rivisitano le atmosfere sui lidi laziali già raccontate da Citti in «Casotto». Di frequente vengono riscovati i triangoli sentimentali («Una vita facile») o la comicità innata dei divi nazionali, da Verdone alla Cortellesi, passando per De Sica, Bisio e tanti altri. Immancabili le storie degli ex compagni di scuola che si ritrovano («C'è chi dice no» e «Immaturi»). Mentre trionfa sempre la bella (o il bello come Raoul Bova) di turno a scaldare le pruderie giovanili: ecco «Se sei così di dico sì» con Belen Rodriguez che dopo il cinepanettone di De Laurentiis riprova a scalare le vette cinematografiche. «La commedia è sempre stato un traino per il cinema italiano. Quando sento dire il film drammatico non porta più gente in sala, mi viene da domandare? "Ma quando mai è successo" - ha detto Gigi Proietti - Oggi si dovrebbe ricominciare a stabilire cosa si considera commedia. È un genere preciso, diviso in tre atti, nel primo si conoscono i personaggi, nel secondo si ride, nel terzo si tirano le conclusioni, a volte amare, a volte no. Certo, c'è anche il cinema gastronomico italiano che passa per commedia; invece, è più spesso farsa».