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Quei personaggi di Amici miei figli di un'epoca

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Comicoe amaro. Dove compagnia e goliardia convivono con la solitudine e l'angoscia del vivere quotidiano. Tutto datato però, così il tentativo di riproporre le stesse figure oggi non può funzionare. Non solo da un punto di vista cinematografico, ma sostanzialmente perché siamo diversi. Perché è cambiata la società. Ricordate in Amarcord quando gli adolescenti compiono in gruppo le prime esperienze sessuali? Sono in realtà i ragazzi che poi vivranno la guerra, consolidando amicizie e solidarietà. Sono gli uomini che hanno un'Italia da ricostruire, tra ottimismo e impegno. Con lo spirito di gruppo. Lo stesso che unisce i maschi, branco o comitiva. Ma uniti. Insieme con le prostitute, insieme nei casini. Comunque amici e solidali. Le donne non fanno parte di questi gruppi. Il femminismo è ancora da venire. La goliardia al maschile è un elemento che si ritrova nella vita, nel lavoro. Negli scherzi in ufficio. E negli anni '70 questi uomini sono già grandi di età, ma eterni bambini come i protagonisti di Amici miei. Poi la società cambia. Quei personaggi restano dei reduci. I più giovani al massimo si ritrovano insieme nelle partite di calcetto. Solo competitivi. Ammettiamolo, oggi non si sorride. Non perché gli italiani non ne abbiano voglia. Basta vedere il successo che ancora hanno i film che si ispirano alla commedia all'italiana. Ma non riusciamo più a farlo insieme. E anche i film ne tengono conto. Non ci sono più gruppi di amici. Tutti sfigati e soli. Ridicolizzati dall'ambiente, dagli altri. Non ci sono i ragazzi del muretto. Ora c'è facebook. Ci sono le chat. Ognuno con un'identità autocostruita. Siamo come vorremmo essere, non come siamo. Ma soli. Amici miei è un passato che non può ritornare. Icona di come eravamo e non saremo mai più. Lasciamola nella memoria, inutile copiarla. Sarebbe fuori moda.

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