Lo struggente disincanto dei versi di Strand
Poesiascritta sulla cenere delle cose, ma anche nell'acuta ironia, «il mondo se l'è sempre cavata senza il tuo aiuto», fino all'aforisma «che si modula al tono dell'occasione». Mark Strand, unanimemente considerato, uno dei maggiori poeti del nostro tempo, è nato sull'isola di Prince Edward (Canada) nel 1934. Poeta e anche scrittore in prosa, traduttore, autore di monografie d'arte e libri per bambini, è stato eletto nel 1990 poeta laureato d'America e nel 1999 ha vinto il premio Pulitzer per la raccolta di poesie «Blizzard of One». La disillusione e la malinconia che porta, sono temi centrali nella poesia di Strand, che riserva uno sguardo privilegiato a «quello che avrebbe potuto essere e non è stato», il destino mancato in cui si confonde desiderio tradito e disperazione. «Niente ti dirà / dove sei. / Ogni attimo è un posto / dove non sei mai stato». Il senso incompiuto della fine, il tramonto di un'epoca già di cimeli se non macerie, accompagnano la narrazione di Strand, che pure romanticamente si apre in scenari di sconsolata felicità. Le sue arie sono la luce della luna, la bruma, il vento, la notte, interni angusti e disadorni, in un'altalena di compiutezza assoluta e mera possibilità. Strand attraversa la realtà nelle sue trame imperscrutabili e nelle fugaci apparizioni, in una miseria umana che rattrista, ma pure si rivela pullulante di vita vera. E infatti la sua meditazione in versi, solenne senza retorica, è fitta di figure ed episodi sempre a metà del paradosso e del possibile, come «un uomo e un cammello» apparsi davanti alla veranda (e titolo di una sua raccolta del 2007). Il poeta costringe il lettore ad entrare nel testo per dipanare le sue associazioni mentali e metabolizzare le taglienti metafore. Ma comunque «tutto trasmuta e trasmuta / e l'ignoto trasmuta nel canto», nella trasparenza delle sue visioni e nella spiritualità laica dei versi, dal respiro comunque sempre ampio e mai trattenuto. Perché Strand sa che «se un uomo ha paura della morte, / verrà salvato dalle sue poesie». Con «L'uomo che cammina un passo avanti al buio - Poesie 1964 - 2006» (Mondadori), Mark Strand propone oggi un'ampia selezione del suo percorso, dagli esordi degli anni '60 fino alle opere più recenti. Il poeta ha un rapporto molto intenso con l'Italia, dove si reca spesso anche per lavorare con l'amico e personalissimo traduttore Damiano Abeni, la cui sensibilità ci rende tutte le preziose sfumature del suo mosaico lirico. In occasione della sua ultima pubblicazione, Mark Strand, incontrerà il pubblico italiano il 15 marzo alle 18,30 presso la Libreria Arion Esposizioni (Palazzo delle Esposizioni - Via Milano, 15/17). Cura l'incontro Vincenzo Mascolo con l'intervento di Damiano Abeni.