Da Sanremo con furore
Vincere Sanremo Giovani è una bella soddisfazione. Quando poi lo si fa con una canzone swing è il massimo. In barba alle mode del music business e dei talent show, quest'anno il Festivalone ha ceduto alle provocazioni di un ragazzo di trent'anni con l'anima e le dita immerse nel jazz. Classe 1981, Gualazzi è salito sul palco dell'Ariston in punta di piedi, con la timidezza di chi sa di avere qualcosa da dire. Davvero. Sera dopo sera ha conquistato il favore della critica e del pubblico a casa. Un binomio che si è rivelato irresistibile. E la sua «Follia d'amore» ha vinto e convinto. Quando deve parlare al microfono è impacciato, ma seduto al pianoforte si trasforma in un vero trascinatore senza timori reverenziali. Le sue provocazioni sanremesi sono cominciate quando ha deciso di arrangiare il suo brano con uno dei maggiori trombettisti italiani, Fabrizio Bosso che ha all'attivo collaborazioni con Di Battista, Fresu, Boltro, Biondi e Cammariere. La platea dell'Ariston non credeva ai suoi occhi e alle sue orecchie. Ma ha ben presto ceduto decretandolo il migliore. «Il pianoforte è un impegno spirituale, psicologico, fisico - ha detto Gualazzi - Suonarlo è come combattere un demone, espiare le conseguenze della sua esistenza, della sua vicinanza». D'altronde Gualazzi è giovane ma non alle prime armi. Alle sue spalle c'è un album del 2005 «Love outside the windows», l'Ep «Reality and fantasy» e la cover dei Fleetwood Mac «Don't stop», utilizzata come colonna sonora per uno spot televisivo. Tra Capossela e Buscaglione, è un'altra scommessa vinta da Caterina Caselli, il talent scout più in forma della musica leggera italiana. Alla faccia dei talent show. Dietro Gualazzi si muove una macchina da guerra di primissimo livello, quella della Sugar. Che raramente fa buchi nell'acqua. E il concerto di domani sera all'Auditorium non fa eccezione.