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Centinaia di tesori sommersi tra le coste di Lazio e Toscana

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Èil risultato del censimento dei beni archeologici sommersi nelle regioni Lazio e Toscana, svolto nell'ambito del progetto Archeomar 2. Un progetto del Ministero dei Beni culturali iniziato nel 2008. Durante il convegno di ieri, svoltosi nel complesso di San Michele a Ripa, il sottosegretario ai Beni e alle Attività Culturali, Francesco Giro, ha dichiarato: «Il primo progetto Archeomar, avviato nel 2004, ha riguardato il censimento dei siti archeologici sommersi distribuiti lungo le coste della Puglia, Campania, Basilicata e Calabria. Nell'ambito dell'indagine è stato creato un database di 628 potenziali siti. Di questi meno del 9% aveva coordinate geografiche certe, nel 50% dei casi i siti erano da posizionare con indicazioni di massima sull'area nella quale effettuare le indagini e per oltre il 41% le aree erano piuttosto indefinite con indicazioni molto approssimative. Dei 763 siti archeologici effettivamente censiti, ben 287 sono stati individuati in mare e così distribuiti tra le 4 regioni: 99 in Calabria, 90 in Campania, 94 in Puglia e 4 in Basilicata. In particolare, tra questi sono risultati 119 relitti di nave, 47 strutture sommerse, 65 "insieme di reperti", 16 relitti di altri mezzi non navali quali aerei, sottomarini e mezzi da sbarco e 40 reperti singoli». «Anche per il secondo progetto Archeomar, che ha interessato il Lazio e la Toscana - ha aggiunto il Sottosegretario - è stata seguita la stessa procedura, raccogliendo dapprima i dati pregressi e gli aspetti informatici, effettuando rilevazioni e prospezioni in mare tramite le più moderne tecnologie, interpretando i dati raccolti ed infine divulgando con pubblicazioni e workshop internazionali». E ha aggiunto: «Il testo, attualmente oggetto di studio alla commissione bilancio riguardante l'Istituzione della Soprintendenza del Mare, coprirà un vuoto legislativo che interesserà i 7375,3 km che lambiscono le nostre coste. Gli obiettivi di questa nuova soprintendenza riguarderanno la conoscenza, la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico-culturale del mare territoriale, dei paesaggi costieri e delle acque interne. Saranno inoltre previsti due centri tecnici operativi a Venezia con competenza sul Nord e su tutte quelle regioni che si affacciano sull'Adriatico e ad Orbetello che riguarderà le acque del mar Tirreno». Ha concluso: «Si tratta di un testo semplice, costituito da soli 10 articoli e che non comporterà alcun dispendio aggiuntivo».

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